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Siamo arrivati nell'Eden: le Isole Solomon
20 August 2009 ore 15:00
In questo momento stiamo smotorando in calma di vento assoluta per raggiungere Honiara, sull’isola di Guadalcanal. Siamo quindi arrivati alle Solomon e, nella fattispecie, siamo reduci da un paradiso terrestre: la piccola isola di Santa Ana, all’estrema punta sud-orientale di San Cristobal. Andiamo con ordine. Alla fine dello scorso mese abbiamo salutato Marco, Cristina e Anna, i simpatici amici che, assieme a Malvina, la deliziosa figlia sedicenne di Dario, sono stati nostri ottimi compagni di viaggio da Port Vila al gruppo delle Banks. Li siamo sbarcati a Sola, sull’isola di Vanua Lava, riscoprendo con loro la primitività e la perdurante incontaminatezza di queste isole a nord delle Vanuatu, dove non sono ancora arrivati nè telefonini, nè turisti, nè negozi, nè resort. Alle Banks il tempo pare non scorrere, i villaggi sono sempre uguali e le persone ancora genuine e lontane dalla civiltà (?) che altrove avanza.
A bordo di Akoya rimaniamo quindi in quattro, Dario e Chiara, Gigi e io. Si parte per le Solomon, ma decidiamo di fare una breve sosta a Tegua, più a nord delle Banks, nel gruppo delle Torres. La baia è così bella, l’acqua calda, limpida e piena di pesci di ogni dimensione, che vorremmo fermarci a poltrire alcuni giorni, ma gli appuntamenti con altri amici incalzano e a malincuore ce ne andiamo. Poco meno di 300 miglia ci separano dalla nostra prima meta nell’arcipelago delle Solomon. Poco vento, ma tanti temporali notturni. Peschiamo un pesce via l’altro (quest’anno ci sta andando di lusso, tanto che mi sono ridotta a ricominciare a mangiarli. Nonostante il vento moderato, galoppiamo al lasco verso Santa Ana e siamo costretti a rallentare per entrare nella baia di port Mary con la prima luce dell’alba. La baia è perfettamente protetta e piatta e ci ripaga dagli scossoni delle ultime ore. Appena ancorati siamo “assaliti” dall’obbligatoria processione di tutte le canoe presenti sull’isola; scambiamo riso e zucchero con cocchi, cetrioli e gustosi granchi. I bambini sono circa un miliardo, non uno meno! Bellissimi, sani, felici e spensierati. E ne hanno motivo: abitano un villaggio fatto di dignitosissime capanne, hanno un capo intelligente (chief John) che pensa al loro benessere, hanno orti e giardini, animali e pesci. C’è persino una piccola pista d’atterraggio con un volo settimanale che collega l’isola a Honiara.
Siamo abituati ai bei posti, siamo reduci da bei posti, ma l’incontro con questa specie di Eden ci coglie impreparati e ci colpisce ed emoziona in modo particolare. Purtroppo assaporiamo solo per poco questa fortuna, perchè gli amici che avrebbero dovuto raggiungerci nel paradiso hanno perso l’aereo e siamo quindi noi a doverli andare a prendere a Honiara. La prossima volta potrò raccontarvi qualcosa della storica Guadalcanal e della pericolosa Honiara… Ancora buone vacanze a tutti i Velisti per Caso!
Irene Moretti
A bordo di Ayoka