Il sito navigabile dei Velisti per Caso!
twitter facebook friendfeed flickr youtube scrivi a

velisti tv

> newsletter

> cerca

> credits

iscriviti alla
newsletter


cerca nel sito

Molucche Paradiso Naturale

Un viaggio subacqueo di Paolo Ghidotti

Un viaggio nel tempo a Komodo!

Dalla preistoria al futuro. Un diario sub di Paolo Ghidotti

Sotto al mare di Cortez

Diario subacqueo di Paolo Ghidotti in Messico

Sub in Honduras

Diario subacqueo di Paolo Ghidotti tra squali e delfini

Archeologia subacquea

Alcuni suggerimenti per i sub per caso in Italia

Avventura sotto i ghiacci

Immergersi in un lago ghiacciato? Si può!

Sub a Portofino

Tra la Secca dell'Isuela, la Grotta dei Silenti e il Cristo degli Abissi

Maldive paradiso dei sub

...e non solo. Il racconto di Paolo Ghidotti

Mar Rosso: incontro con il dugongo!

Diario subacqueo nel Mar Rosso

Sub per caso nel Mar Rosso 1

Prima parte

Sub per caso nel Mar Rosso 2

Seconda parte

In Madagascar abbracciati dalla natura

Dal diario di Paolo Ghidotti. Prima parte.

Fra acqua e verde

Seconda parte del diario di Paolo Ghidotti in Madagascar

Safari subacqueo alle Maldive

Un diario di mare e di terra di Paolo Ghidotti

Vaggio sub a Papua: Raja Ampat

Dove gli Oceani Pacifico e Indiano si incontrano

Sub archeologi nel Lago di Capodacqua

Due mulini medievali sul fondo del lago

Verso Siladen: tappa a Singapore

La prima parte del diario subacqueo di Paolo ci porta con sé a Singapore

Viaggio sub a Siladen Island

Diario di un'esperienza unica in Indonesia

Nuotiamo coi delfini e il dugongo in Mar Rosso

Ricordi di un viaggio subacqueo

Avventura sotto i ghiacci

di Paolo Ghidotti.

 

Questa particolarissima esperienza l’ho vissuta con il mio gruppo subacqueo ed è stata organizzata il 1° Febbraio 2009 da Parma Sub a Lago Santo, un laghetto che si trova nel comune di Corniglio a 1507 metri di quota, situato tra le montagne parmensi, nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano che fa parte del Parco Regionale dei Cento Laghi. In estate è meta di escursionisti, pescatori e amanti del trekking, mentre in inverno è un punto di passaggio e ristoro per gli sciatori, che possono usufruire del rifugio che si trova sulle sue rive ghiacciate. La nostra avventura inizia, come sempre, molto presto. Alle cinque di mattina, ci siamo trovati a casa di Attilio, per poi partire tutti insieme in direzione di Parma, dove ci siamo uniti agli amici del gruppo subacqueo “Parma Sub”.

La prima parte del tragitto l’abbiamo fatta sotto una pioggia battente, mentre nella seconda parte ci siamo trovati in una tormenta di neve. Il guidare sotto una fitta nevicata, per raggiungere il sito d’immersione, ci faceva provare una sensazione stranissima di disagio, quasi di confusione. Il pensiero, a cui ti inducevano le condizioni climatiche, era quello di andare in montagna per fare una bella sciata. Quando ci si va ad immergere, in genere, si parte con il bel tempo, verso il mare o il lago, ma mai in montagna fra boschi e piste da sci innevate. Gli ultimi tre chilometri di strada, che ci avrebbero portavano alla seggiovia, erano diventati impraticabili, costringendoci a tornare indietro di mezzo chilometro, dove abbiamo trovato un parcheggio per lasciare le macchine. Fortunatamente un amico era venuto in fuoristrada, e facendoci da servizio navetta, siamo riusciti a raggiungere il luogo da dove partiva l’impianto di risalita che poi abbiamo preso. Questa piccola seggiovia c’ha portato, con tutta l’attrezzatura, in quota nelle vicinanze del laghetto.

A questo punto, per raggiungere la baita, che ci faceva da base di appoggio, mancavano ancora alcune centinaia di metri. Non sapevamo come fare per trasportare le bombole e i bauli delle attrezzature necessarie, visto che il sentiero nel bosco era ricoperto da una coltre di neve alta quasi un metro. Dopo alcuni tentativi falliti, abbiamo avuto un’idea: andare al rifugio per farci prestare il toboga, (la slitta che viene usata come barella per trasportare i ferite sulle piste da sci), sul quale abbiamo caricato il tutto per poi trascinarlo al rifugio. Qui ci siamo uniti allo staff che era salito il giorno precedente per preparare il sito dove immergersi.

 

Immergersi sotto i ghiacci

Le immersioni sotto i ghiacci sono considerate fra le più complicate e delicate che si possano fare, richiedono una grande preparazione e una perfetta interazione tra quattro componenti: psicologica, fisica, attrezzatura e assistenza di superficie. Il fortissimo impatto emotivo di questo tipo di esplorazioni è dato dal fatto che, il punto di ingresso e uscita è un buco molto piccolo e unico, quindi, c’è sempre il timore che, una volta sotto il ghiaccio, si possa perdere la sagola guida e non ritrovare più l’uscita. Inoltre, il pensiero che se capita un problema, non si possa riemergere in qualsiasi momento, ma si debba per forza raggiungere il foro, per molti sub è motivo di preoccupazione ed ansia. Fisicamente è necessario riuscire a sopportare il grande freddo, e anche se si indossano mute stagne adatte a queste condizioni, l’acqua entra comunque nel cappuccio e nei guanti bagnando la testa e le mani, così che quelle parti sono sottoposte ad un freddo terrificante. Anche l’attrezzatura deve avere caratteristiche specifiche di protezione termica e antigelo, in quanto è messa a dura prova dalle condizioni climatiche estreme, inoltre, se non si usano accortezze e precauzioni particolari, il freddo e il ghiaccio provocano avarie e mal funzionamenti pericolosissimi. In questo tipo di immersione, più che in qualsiasi altra, è fondamentale l’organizzazione, la preparazione e la competenza degli assistenti di terra, in quanto, loro, sono alla base delle operazioni di aiuto e soccorso in caso di difficoltà; solo con la perfetta coesione di tali aspetti, si può fare questo tipo di esperienza in sicurezza. Per essere pronti ad affrontare tutto ciò, una settimana prima, ci siamo trovati a Parma, per un’interessantissima lezione per prepararci e coordinare tutti i dettagli.

 

Arrivati al rifugio, è giunto il momento d’assemblare l’equipaggiamento. L’immersione si svolge in questo modo: portata tutta l’attrezzatura sul punto d’ingresso, la si indossa mettendosi seduti sul bordo di ghiaccio del foro, ci si lega una fune di sicurezza alla vita, (questa viene tenuta in mano dal proprio assistente di superficie, in caso di problema la si strattona energicamente, questo è il segnale di aiuto, di conseguenza viene recuperata velocemente la fune con il sub attaccato tirandolo fuori dall’acqua). Ora si è pronti per scendere.

Il percorso da seguire era segnalato da una sagola guida che univa tre fori. La durata dell’immersione è circa di 25 minuti, il gelo rende difficoltosa e pericolosa una permanenza maggiore. Io ho fatto due immersioni, la prima piuttosto breve, circa 15 minuti, poiché a pochi minuti dall’inizio, alla profondità di 12 metri, mi si è congelato il comando del giubbotto equilibratore, costringendomi a gonfiarlo a bocca. Poco dopo anche il mio compagno di immersione ha avuto un’avaria (il blocco dell’erogatore principale), costringendolo ad usare quello di emergenza. A questo punto era troppo pericoloso continuare. Tornati in superficie il mio socio ha deciso di non riprovare, mentre io, dopo aver ripristinato l’attrezzatura, sono tornato sotto con un altro amico.

Questa volta senza inconvenienti, l’immersione è durata 28 minuti, abbiamo raggiunto la profondità massima di 16 metri, percorrendo tutto il tragitto previsto. Il bello delle immersioni normali è il vedere i pesci, i coralli, i relitti e le strutture sommerse; mentre in questo specifico caso, la spettacolarità è data dai colori della luce che filtra attraverso la superficie ghiacciata. Purtroppo noi, in questo caso, non siamo stati fortunati, in quanto lo spessore di 80 centimetri del ghiaccio e la quantità di neve sopra di esso, non faceva filtrare nulla, ma lo spettacolo comunque, lo vedevamo quando raggiungevamo i fori. Durante la navigazione fra i buchi, sembrava di nuotare nell’inchiostro, le nostre torce non avevano effetto a causa dell’acqua limpidissima e l’assenza di qualsiasi cosa che potesse dare un riferimento, l’impressione era quella di volare nello spazio nero più assoluto, dandoci un effetto disorientante.

 

Quando si riemerge...

Una strana sensazione ci ha avvolto quando siamo riemersi, era iniziata una vera tempesta di neve. Il trovarsi in una bufera con gli sciatori che ci passavano vicini guardandoci con le espressioni più strane, chissà cosa pensavano di noi: sembrava guardassero degli alieni. Un lato molto piacevole di queste giornate, è il post immersione: e da buoni sub e ottimi buongustai siamo finiti ad abbuffarci a tavola. Tornati al rifugio, dopo aver messo tutta l’attrezzatura nei cassoni, siamo entrati nella baita a riscaldarci grazie ad un aperitivo con il vin broulè, per poi proseguire a pranzo con un antipastino a base di polenta pasticciata ai funghi porcini, per primo un abbondante piatto di pasta al forno, per secondo stufato di capriolo con patate al forno e per finire torta di mele ancora calda.

Dopo un’abbuffata del genere e qualche goccetto di grappa ai mirtilli come digestivo, ci siamo messi tutti a riposare sui divanetti davanti al caminetto, scambiandoci le nostre impressioni. Per me e la maggior parte degli amici è stata un’esperienza positiva, anche se le condizioni non erano state ideali, mentre altri l’hanno trovata un po’ troppo sconvolgente per ripeterla in futuro. Certamente è da considerare un’immersione complicata, che non fa ammirare bellezze e forme di vita straordinarie, ma la trovo molto formativa tecnicamente e psicologicamente, utile per crescere come sub. Sicuramente è da consigliare solo a subacquei di un certo livello, convinti di volerla fare e dopo aver fatto una specifica preparazione.

Terminato il riposino siamo tornati alla seggiovia, ormai sommersa dalla neve, per prendere la via di casa. Questa avventura è stata ricca di difficoltà, in tutti i sensi, dentro e fuori dall’acqua, ma comunque l’ho trovata divertente e molto positiva, quindi la ripeterò il prima possibile.

Commenti

bella esperienza, leggendo ho goduto anch'io. Conosco quei luoghi come sciatrice
grazie

inserito da paola il 01/02/2012 alle 09:44

Inserisci commento

Inserisci il codice

riportato qui a fianco

Questo website utilizza i cookie per migliorare la vostra esperienza d'uso. Proseguendo la navigazione date implicitamente il consenso all'uso dei cookie. close [ informazioni ]