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Molucche Paradiso Naturale

Rieccoci qua, dopo due anni di stop forzato a causa della grave pandemia che ci ha colpito a livello globale. Così tanto tempo di chiusura, divieti e lockdown, per gli amanti dell’avventura come noi, il solo pensiero di poter organizzare un viaggio ci dà un senso di liberazione incredibile. In questo momento il problema covid non si è risolto completamente, ma la situazione è nettamente migliorata ricreando le condizioni di sicurezza, ovviamente con le dovute precauzioni e accorgimenti, per riprendere a viaggiare. Il gruppo, per il quale organizzo periodicamente i viaggi sub, resosi conto di questo, mi ha contattato immediatamente.

 

Quest’anno trovare una meta adatta a noi è stato veramente difficile. I prezzi si sono alzati tantissimo, molte mete sono ancora chiuse, i voli sono molti meno e la voglia di partire, da parte di noi viaggiatori, è veramente infinita. Tutto ciò mi ha messo in grande difficoltà, ma dopo diverse ricerche e vari preventivi, ricevo la proposta perfetta. Le date del viaggio sono dal 29 novembre al 10 dicembre. La meta prescelta sono le Molucche (in indonesiano Maluku). Un arcipelago di piccole isole non ancora toccate dal turismo, sta iniziando ora ad aprirsi minimamente ad un turismo specializzato subacqueo.

 

I villaggi sono pochissimi, quasi inesistenti. Il nostro si chiama Sali Bay Resort. Un piccolo villaggio che, visto i due anni di inattività a causa della pandemia, possiamo considerare nuovo. È situato su un’isola ricoperta da una folta vegetazione verdissima e lussureggiante. Il mare cristallino, la barriera corallina viva, ricchissima e incontaminata rende questo luogo un sogno per i sub e gli amanti della natura. È un vero paradiso.

 

 

Le isole Molucche


Le Molucche sono un arcipelago di piccole isole indonesiane nell’Oceano Pacifico. Sono circa un migliaio, sparse tra il Mare delle Molucche e il Mar di Banda. Si trovano fra la Papua e il Sulawesi. La maggior parte delle isole sono a carattere montuoso o vulcanico, con alcuni vulcani ancora attivi. Godono di un clima equatoriale. Sono conosciute come "isole delle spezie" grazie al loro passato coloniale legato al commercio delle spezie, in particolare noce moscata e chiodi di garofano.

 

La difficoltà per raggiungerle e la quasi assenza di strutture turistiche hanno fatto in modo che rimanessero un luogo incontaminato ed esclusivo. Propongo il viaggio al gruppo che lo approva con grande entusiasmo. Mi metto subito al lavoro con Luca, il mio referente del tour operator Profondo Blu. Non è stato facile trovare i voli. Pur essendo la miglior combinazione possibile, saremo costretti, sia durante il viaggio di andata che di ritorno, a passare una notte a Manado in Sulawesi. In realtà ci sarebbe una coincidenza che lo eviterebbe, ma è molto stretta e visto che i voli interni indonesiani, come orari, sono poco affidabili, sarebbe troppo rischioso. Il viaggio che dovremo affrontare sarà lunghissimo, spezzarlo a metà forse non è male. Per raggiungere la nostra meta dobbiamo prendere quattro voli.

 

 

La partenza


Ecco, è arrivato il giorno che aspettavamo tutti da tempo, quello della partenza. Alla mattina alle 6 arrivano sotto casa mia alcuni compagni di viaggio partiti da Ravenna. Mi danno un passaggio per Milano Malpensa dove ci uniamo al resto del gruppo. Arrivati all’aeroporto ci mettiamo subito in coda per il check-in. Poco dopo sento un amico che mi chiama, è molto agitato. Non trova il green pass della moglie, indispensabile per poter partire e non ricordano le password per richiederlo. Sono convinti di averlo lasciato a casa. Dopo mezz'ora di panico, varie telefonate e la paura che debbano rinunciare al viaggio, troviamo il modo di recuperarlo. La cosa buffa è che, arrivati al gate, mentre guardano nel bagaglio a mano lo trovano.

 

Alle 12.40 decolliamo in perfetto orario con un volo della Singapore Airlines. Dopo undici ore e tre quarti atterriamo a Singapore dove abbiamo un’ora e quarantacinque minuti di scalo per poi decollare di nuovo. Dobbiamo cambiare terminal, quindi il tempo non è tantissimo, camminiamo velocemente, quando arriviamo al gate, ci rendiamo conto che il volo è in ritardo di più di un’ora. La compagnia che usiamo per questa tratta è la Scoot. Con tre ore e un quarto di volo atterriamo a Manado nel Sulawesi. Siamo al ritiro bagagli, ma purtroppo abbiamo una brutta sorpresa. Non sono arrivate diverse valigie, una delle quali è di Giovanni un compagno di viaggio. La compagnia aerea ne era già al corrente ed aveva già preparato le denunce di smarrimento compilate. I bagagli sono rimasti a Singapore.

 

Firmata la denuncia usciamo dall’aeroporto dove troviamo Roberto, il proprietario del villaggio delle Molucche che ci attende e organizza il trasferimento in albergo. Con una ventina di minuti di macchina arriviamo al Novotel dove passeremo la notte. Siamo affamati quindi andiamo subito al ristorante per mangiare. Io prendo un ottimo hamburger, altri del pesce alla griglia o cibo asiatico. È tutto buono e grazie al cambio favorevole anche economico. Nel frattempo ci hanno dato le camere e portato i bagagli. Mi faccio una doccia veloce e poi vado in un centro commerciale con Giovanni, il compagno senza valigia, per comperare il necessario perché possa tranquillamente proseguire la vacanza. Quando torniamo all’hotel trovo alcuni amici che sguazzano in piscina. Beh, un tuffo me lo faccio anch’io. È rigenerante, mi sento decisamente meglio.

 

È già sera inoltrata, ci mettiamo al bar, mentre beviamo varie birrette e mangiamo patatine fritte, alcuni giocano con le carte a beccaccino (tipico gioco romagnolo). Infine verso le 23.30 andiamo a letto. Io sono in camera con Claudio. È una bella lotta a chi russa di più, ma alla fine ci addormentiamo entrambi.

 

 

Il viaggio prosegue


Alla mattina sveglia alle 6, dopo mezz'oretta ci troviamo tutti al ristorante per un’ottima colazione, poi partenza per l’aeroporto. Alle 9.35 decollo con un volo Wings direzione Labuha dove dovremmo arrivare dopo due ore e dieci. L’aereo è un bimotore a eliche piuttosto piccolo. Prima di arrivare nelle Molucche, dobbiamo fare uno scalo a Ternate. Noi rimaniamo seduti in aereo, mentre scaricano e caricano passeggeri e merci. Arriviamo a Labuha un po’ in ritardo. L’aeroporto è minuscolo, la cosa curiosa è che ci sono delle persone che vanno in motocicletta e a piedi lungo la pista e la attraversano come se fosse una strada normale. Il recupero dei bagagli è molto lento, pur essendoci solo il nostro volo ci impieghiamo più di un’ora.

 

Ritiriamo tutti le valigie (tranne Giovanni ovviamente, temiamo che la sua la troveremo a Manado al ritorno). Ora prendiamo dei pulmini che in poco più di mezzora ci portano al porto, dove c’è la barca del villaggio che ci aspetta. Dopo una mezzoretta di navigazione, abbiamo la prima sorpresa. Incontriamo un branco enorme di delfini, sono tantissimi. Nuotano attorno e davanti alla barca, fanno salti e piroette fuori dall’acqua, sembra vogliano darci il benvenuto. Li vediamo per alcuni minuti poi di colpo spariscono. Ma dopo pochissimo questo splendido mare ci fa un nuovo regalo. Ecco un banco con tantissimi globicefali. Sembrano dei grossi delfini neri con un tipico enorme bozzo sulla testa (da questo il nome). In realtà sono delle piccole balene. Anche questi ci accompagnano per diversi minuti. Finalmente attracchiamo sulla nostra isoletta al Sali Bay Resort, che ci ospiterà per una settimana.

 

 

Arrivo al Sali Bay Resort


Appena attracchiamo ci rendiamo conto che siamo in un paradiso marino. Già dal pontile si vede una barriera corallina viva e colorata popolata da tantissimo pesce. Veniamo accolti dal personale del villaggio che ci accompagna subito ai nostri bungalow, o meglio le nostre villette. Sono costruite interamente di legno, nascoste nel verde, tutte fronte mare, con patio direttamente sulla spiaggia. Sono bellissime grandi e accoglienti. Dalla porta d’ingresso dal giardino si entra in una stanzina dove si trova l’armadio, un tavolino con il bollitore, la macchina del caffè e le prese di corrente da usare come stazione di ricarica. Da qui si entra nella stanza da letto. È immensa, l’arredamento curato finemente nei minimi dettagli. Troviamo un salotto, una scrivania, aria condizionata e una grandissima vetrata con porta-finestra che si affaccia direttamente sul patio davanti al mare. Con le tende aperte, se ci si corica sul letto, sembra di dormire in spiaggia. Dalla stanza si va in bagno anche questo molto spazioso. Tutto ciò immerso in un lussureggiante giardino che da un lato confina con il mare, dagli altri con una giungla fittissima e impenetrabile.

 

Nel giardino vicino al mare fra le palme troviamo una bella piscina. Nelle vicinanze abbiamo anche un grande capanno con sotto il tavolo da bigliardo, il bersaglio per le freccette e un bigliardino. Poco più in là, possiamo usufruire di una struttura adibita a Spa, dove fanno degli ottimi massaggi. Il bar ristorante è una grossa piattaforma con tetto in legno che da un lato dà direttamente sulla spiaggia (con l’alta marea contro l’acqua). Qui troviamo i tavoli per mangiare, il banco del buffet e diversi divani dove rilassarsi bevendo birra e ottimi cocktail. Ormai è ora di cena, questa sera ci attende un buonissimo e abbondate buffet. Carne, pesce, pasta, focaccia, frutta, verdura e dolci in abbondanza, cucinati con ricette locali e all’italiana. Si mangia veramente bene. Il buffet lo avremo due o tre volte durante la vacanza le altre volte scegliamo il menu che vogliamo. Durante la cena ci fanno scegliere il menu à la carte dei pasti del giorno seguente. Dopo esserci abbuffati, ci spostiamo sui divanetti dove ci aspetta lo staff del diving per fare un briefing sull’attività subacquea che da domani mattina inizieremo a fare. Bene, ora però me ne vado a letto.Domani mattina sveglia alle 7, colazione e poi si parte per la prima immersione.

 

 

Primo giorno, prima immersione


Alle 8 in punto siamo tutti sul pontile ansiosi di immergerci. Saliti in barca, mentre navighiamo verso il primo sito da esplorare, chiamato Pasibale, controlliamo l’attrezzatura e prepariamo la cintura dei piombi. Raggiunto il punto d’immersione, facciamo due gruppi ognuno dei quali ha una guida, io ho Jemmy, mentre l’altro gruppo ha Roby. Ci tuffiamo, controlliamo la pesata (la mia è ok), poi giù. La prima immersione è sempre facile e tranquilla perché serve per controllare se l’attrezzatura è in ordine e la quantità di piombi scelta è giusta. Fa anche capire alle guide a che livello siamo. Scendiamo alla profondità massima di 28,6 metri, su un plateau di corallo. Dopo aver nuotato per una decina di minuti fra una miriade di pesci di barriera, nascosta in un anfratto fra i coralli, trovo una bella murena. Proseguendo, poco dopo vedo diverse anemoni, tutte abitate dai tipici pesci pagliaccio. Ma alcuni, hanno anche altri inquilini, dei magnifici esemplari di granchi porcellana. Dopo avergli fatto un servizio fotografico completo, riprendo ad esplorare il corallo, trovo tantissimi tipi di gamberetti, granchietti e nudibranchi. Mi rendo anche conto che l’aria inizia a scarseggiare, quindi cominciamo la risalita. Facciamo una sosta di sicurezza di 3 minuti a 5 metri poi riemergiamo. Saliti in barca, mentre facciamo la pausa di superficie (bisogna aspettare almeno un’ora fra un’immersione e l’altra), ci offrono acqua, te caffè, biscotti, frutta e cocco.

 

Mentre facciamo merenda, con calma navighiamo verso Timlis North, luogo che esploreremo con il secondo tuffo. Una delle cose sorprendenti di questo mare è la temperatura dell’acqua, è sempre caldissima 29/30 gradi centigradi, senza termoclini. Questo dà la possibilità di usare mute molto sottili, due millimetri di spessore sono sufficienti. La visibilità è buona ma non eccezionale a causa della grande quantità di plancton. Ora possiamo iniziare la nuova esplorazione. Scendiamo fino alla profondità di 30,8 metri, su un piano sabbioso con grosse formazioni coralline a forma di torri alte diversi metri. Qui iniziamo la nostra navigazione scrutando ogni anfratto di queste strutture. Da una vedo spuntare delle lunghe antenne, mi avvicino ed ecco, sono alcune aragoste in tana. Alcuni scatti poi proseguo dando sempre uno sguardo anche nel blu, infatti da lì a poco, mi passano vicini alcuni squaletti pinna bianca e pinna nera. È sempre una grande emozione essere avvicinati dagli squali con il loro modo di nuotare elegante e raffinato, con quella forma idrodinamica, muscolosa e possente che dimostra tutta la loro forza e potenza. Poco dopo vengo superato da un branco di grossi carangidi, sembrano incuriositi da noi, ci girano attorno alcune volte poi si allontanano. Mentre sono fermo a fotografare alcuni granchi, la guida mi chiama per mostrarmi un bellissimo esemplare di pesce foglia, gli faccio diverse foto. Poco sopra vedo una sorta di piccola grotta invasa da un’infinità di Glassfish.

 

L’aria inizia a scarseggiare quindi iniziamo una lenta risalita girando attorno ad una di queste torri. È incredibile vedere come sia ricca di pesce, granchi e gamberi. Dopo aver passato 63 minuti in acqua riemergiamo. Risaliti in barca torniamo al villaggio. Abbiamo alcuni minuti di tempo per sciacquarci dal sale poi tutti a pranzo. Oggi, visto che abbiamo in programma una terza immersione notturna, non vado a fare snorkeling, ma faccio un riposino. Invece Angelo accompagna la moglie Patrizia a scoprire la barriera corallina davanti al villaggio. Alle 16.30 ho organizzato il nostro classico aperitivo. Ormai è diventata una tradizione. Ci portiamo sempre dall’Italia dei pezzi di parmigiano, qualche salsiccia appassita bolognese, arachidi salate e taralli. Li usiamo per farci degli aperitivi tutti insieme. Lo troviamo un modo piacevole per fare gruppo, parlare e scambiarci le sensazioni delle immersioni fatte. Ho scelto quell’ora perché c’è una sorta di spettacolo davanti al bar. Tutti puntuali all’appuntamento, mentre ci facciamo il nostro mega spuntino arricchito anche da una buonissima focaccia appena sfornata che ci ha preparato la cucina. Vediamo che i cuochi si avvicinano alla riva con un secchio con gli scarti del pesce che cucineranno per questa sera. Appena iniziano a buttarli in acqua, ecco arrivare subito diversi squaletti per cibarsene. Saranno almeno una decina ed alcuni superano anche il metro. Rimangono a mangiare fino a che buttano i resti (circa mezzora), poi quando non c’è più cibo si allontanano, ma rimanendo sempre in zona, infatti si vedono continuamente passare davanti ai bungalow.

 

Dopo un po’ di relax per alcuni di noi (me compreso) è l’ora di andare sul pontile perché alle 7 in punto facciamo la notturna al lato destro dell’House Reef. Pur facendola davanti al villaggio, ci tuffiamo e risaliamo comunque dalla barca per motivi di sicurezza. Non tutti si trovano a proprio agio ad immergersi di notte, per me ha sempre un grande fascino. Essere avvolti dall’oscurità, vedere solo nel fascio di luce della torcia mi dà delle sensazioni particolarissime. Poi di notte il mondo sottomarino cambia totalmente, si fanno incontri completamente diversi. Scendiamo fino a 16 metri. Gli avvistamenti sono tantissimi, diverse murene di vario tipo fuori dalla tana mentre vanno a caccia, molti tipi di gamberi (dai pulitori agli arlecchino), tanti granchi e paguri. La cosa che mi è piaciuta di più, ed era la prima volta che lo vedevo in immersione, è lo squalo bambù. Questo piccolo squaletto maculato dai colori curiosi, ha la particolarità che con le pinne cammina. Ma la cosa più strana è che di notte si fa rotolare dalle onde sul bagnasciuga come un pezzo di bambù (da qui il nome), dove cammina con le pinne a caccia di granchi per poi tornare in acqua. È bellissimo, ne vediamo diversi, alcuni appena vedono la luce si nascondono mentre altri per fortuna rimangono, così riesco a fargli delle belle foto. Il tempo passa velocissimo, l’aria è quasi finita ma grazie alla poca profondità riusciamo a fare ben settanta minuti di immersione. Appena usciti sento l’entusiasmo e la soddisfazione di tutti per gli incontri fatti.

 

Abbiamo appena il tempo per fare una doccia velocissima, la cena è quasi in tavola, come sempre ottima, curata e raffinata. Finito di mangiare alcuni si mettono a giocare a carte, ma la coppia Roberto e Ivano si mostra imbattibile. Nel frattempo io e Dennis andiamo a fare due passi sul pontile con le torce. Vediamo subito uno squalo bambù che si avvicina alla riva per farsi spiaggiare, ma appena lo illuminiamo scappa. Mentre camminiamo sul pontile ci accorgiamo che fra le assi ci sono dei serpenti marini corallo. Questo tipo di serpente passa tutto il giorno in acqua, al tramonto esce e si mette a riposare all’asciutto. È molto velenoso. Questa cosa ci mette un po’ di timore, ma sappiamo che a causa della conformazione della bocca è difficilissimo che riescano a morderci e poi, loro per natura scappano, non attaccano. Ormai è tardi e me ne vado a dormire. Prima però chiamo con WhatsApp la famiglia in Italia.

 

 

Secondo giorno


Alla mattina tutti pronti e puntuali per una nuova giornata di esplorazioni. Il primo sito che visitiamo è Roby 1. È formato da una parete corallina che verso i 30 metri inizia a degradare lentamente. Noi ci portiamo subito alla profondità di 34,6 metri perché lì troviamo diverse gorgonie sulle quali le nostre guide cercano di individuare i cavallucci pigmei. Una specie di cavallucci piccolissimi che arrivano massimo a 6/7 millimetri e sono dotati di una capacità mimetica incredibile, prendono l’aspetto della gorgonia che li ospita. Purtroppo le guide non ne trovano. Iniziamo ad esplorare la parete. C’è una leggera corrente, rimango vicini ai coralli per non sentirla. Le formazioni coralline sono bellissime e colorate. Dove c’è corrente c’è pesce, qui ne vedo veramente tantissimo. Sono circondato da un immenso branco di palamiti, mi diverto a nuotare in mezzo a loro, mi faccio circondare completamente. Risalendo vedo passare nel blu diversi squaletti. Sulla parete trovo anche molti nudibranchi dalle forme e colori più disparati. La parete è ricchissima di qualsiasi tipo di pesce di barriera, ma la mia attenzione cade su un bellissimo gruppo di pesci pipistrello. Non hanno paura dei sub, mi posso avvicinare tantissimo. È già passata 1 ora e la bombola è quasi vuota, purtroppo siamo costretti ad uscire. La seconda immersione si chiama Reef Besar. E un plateau digradante formato da corallo bellissimo, dai colori e dalle dimensioni si capisce che è in ottima salute. Scendiamo alla profondità massima di 26 metri poi risaliamo lentamente mentre esploriamo. Incontro subito alcuni squali, poi a distanza vedo delle gorgonie, speriamo che la guida riesca a trovare qualche cavalluccio pigmeo. Nella prima niente, nella seconda ecco che mi indica un esemplare di pigmi rosa. È bellissimo e anche difficilissimo da individuare e fotografare.

 

Dopo alcuni minuti riprendo a nuotare, arrivo in un punto ricco di anemoni con i loro pesci pagliaccio. Mi accorgo che con loro, ci sono diversi gamberetti trasparenti blu, anche qui mi diletto facendo foto macro. Ormai ho raggiunto i 10 metri ed ecco un nuovo incontro, un gruppo di pappagalli testa di bufalo, sono veramente grossi. Cerchiamo di avvicinarli ma scappano, ma dopo due minuti li ritroviamo. Usiamo un’altra tattica, ci fermiamo e aspettiamo che si avvicinino loro e così è stato. Riprendo a nuotare, vedo appoggiata sul corallo una tartaruga che dorme, mi avvicino lei si sveglia e inizia a nuotare lentamente, la seguo per un po’. Ormai è ora di riemergere, ma mentre facciamo la sosta di sicurezza, vediamo altre due tartarughe. Che spettacolo. Tornati al villaggio Anna e Patrizia ci aspettano in piscina. Oggi non è in programma nessun’altra immersione quindi ne approfittiamo per fare snorkeling. Anche questo dà grande soddisfazione, oltre a tutto il pesce di barriera (pesce angelo, farfalla, balestra, eccetera) vediamo anche roba grossa come squali, carangidi, barracuda e tanto altro. Ma alle 17 abbiamo il nostro abituale aperitivo. Mentre ci beviamo qualche birra, mi diverto ad ascoltare gli amici che parlano e raccontano con grande entusiasmo ed euforia delle immersioni fatte. Sono tutti contenti e soddisfatti. Alla sera dopo cena vado a riposare.

 

 

Terzo giorno


In un attimo è già mattina, mi sveglio molto presto, voglio fare una videochiamata con Silvia e il mio pulcino Sveva prima che vadano a letto. Colgo l’occasione per guardarmi l’alba, poi colazione e via per la prima immersione del giorno. Dopo circa dieci minuti di navigazione, vediamo davanti a noi uno sbuffo, ci fermiamo immediatamente, ci dicono che è il soffio di una balena, aspettiamo alcuni minuti ma niente, si sarà spaventata e quindi inabissata. Allora ripartiamo, dopo una ventina di minuti arriviamo al sito che esploreremo chiamato Albert Reef 1. È un grande distesa sabbiosa lievemente digradante disseminata da grosse formazioni di corallo piatto e altre a torre. Ci tuffiamo e raggiungiamo la profondità di 30,8 metri. Iniziamo a pinneggiare fra diversi coralli tavolo (coralli piatti a forma di tavoli rotondi), usati spesso come rifugio da diversi tipi di pesci, per questo diamo sempre uno sguardo sotto ed ecco che troviamo 4 squaletti che si stanno riposando. Faccio qualche foto poi proseguo. Sono circondato da tantissimo pesce ma la mia attenzione viene catturata da uno dei miei preferiti. Vedo spuntare dalla sabbia la testa di una rinomurena dai vivaci colori giallo e azzurro. Questa la adoro perché è molto particolare e anche se è difficile da fotografare. Se ti avvicini troppo rientra nel suo rifugio, ma se si riescono a fare gli scatti giusti si fanno foto bellissime. È piccola vive nella sabbia, esce con la testa dalla tana, sul muso ha due ventaglietti che apre. Mi avvicino lentamente, lei si ritira. Provo ad aspettare qualche momento ed ecco che rispunta, inizio a fotografare, faccio diversi scatti sperando che ci sia quello giusto.

 

Riprendo l’esplorazione, poco dopo eccone un’altra, è la prima volta che ne vedo una quasi completamente fuori dal rifugio. Qualche altro scatto e poi via. Raggiungo la zona caratterizzata dal corallo che si sviluppa in verticale formando torri. Gironzolando fra questi e tantissimi pesci, scorgo qualcosa di grosso, alcuni pappagalli bufalo con il loro tipico grande becco e testone sporgente. Riusciamo a vederli per meno di un minuto poi scompaiono. Inizio a risalire lentamente mentre vengo superato da alcuni squali. Ormai è un’ora che siamo sotto, è il momento di fare la sosta di sicurezza e riemergere, ma prima questo stupendo mare ci fa un altro regalo, una bella tartaruga nuota attorno a noi. Saliti in barca, mentre ci facciamo la sosta di superficie facciamo merenda e ci spostiamo verso un nuovo punto di immersione, chiamato Mimma’s Point. Questo punto è caratterizzato da sabbia digradante alternata da blocchi di corallo e parecchie gorgonie, quindi è adatto per la macro. Ci tuffiamo e scendiamo a 28 metri. Poco dopo la guida mi chiama facendomi scendere a 34 metri dove ha trovato una grossa gorgonia, questa volta gialla, con un pigmeo, che di conseguenza anche lui è giallo. Vado ma rimango poco poi mi riporto alla quota precedente per evitare di dover fare decompressione. Poco dopo anche qua troviamo delle gorgonie rosa con tre pigmei ovviamente rosa. Proseguendo trovo dei gamberetti pulitori bianchi e rossi, all’interno di un anfratto. Mi accorgo che, poco sotto, c’è anche un pesce foglia. Mentre esploro trovo anche tantissimi nudibranchi dalle forme e colori più disparati. A fine immersione vedo sul corallo un enorme pesce palla.

 

Dopo 64 minuti torniamo a bordo e prendiamo la rotta per il villaggio. Ma abbiamo compagnia, facciamo la maggior parte della navigazione in un banco di globicefali che ci accompagnano fino davanti al villaggio. Arriviamo giusti per pranzo. Nel pomeriggio alcuni fanno snorkeling altri relax in piscina o in spiaggia. Io mi faccio un pisolino. Poi tutti puntuali per l’aperitivo speciale (nostro appuntamento fisso) e lo spettacolo degli squaletti davanti al bar. Prima che inizi, Sergio, il nostro cameraman ufficiale, posiziona la telecamera in acqua per filmarli mentre mangiano. Ma il relax dura poco, alle sette io e altri due amici siamo già sul pontile per la terza immersione del giorno, la notturna. Esploriamo l’House Reef lato sinistro. Ci portiamo alla profondità di 22 metri, poi iniziamo a pinneggiare, poco dopo incontro alcuni squali pinna nera che cacciano fra i coralli. Poi vedo una grossa spugna arancione a forma di camino. Mi avvicino e inizio a controllare in tutte le sue fenditure. So che spesso sono popolate da granchietti stranissimi, infatti eccoli. Sono di una forma assurda, viola e tutti pelosi. Bellissimi ed originali. Gli faccio qualche bella foto, nel frattempo gli altri vanno avanti. Mentre pinneggio velocemente per raggiungerli mi passa davanti un grosso squalo, non è uno di quelli soliti. Il colore è marroncino chiaro e la forma è più schiacciato. Capisco subito che è uno squalo nutrice. Raggiungo gli altri che si sono fermati a filmare e fotografare alcuni squali bambù. Li fotografo anch’io, mi diverto molto a vedere questi strani squaletti camminare sui coralli con le loro pinne tonde. Proseguendo trovo un sacco di granchi di tantissimi tipi diversi, dai pulitori ai portatori di spugna e molti altri. Mi rendo conto che è già passata più di un’ora ed è il momento di riemergere. Anche oggi è stato molto bello ricco di incontri ma anche molto impegnativo e faticoso. Adesso ceno poi me ne vado a dormire.

 

 

Quarto giorno


Mi addormento, ma la sveglia sembra suonare subito, in realtà è già mattina. Colazione e poi via per mare pronto per le immersioni. Ora stiamo navigando con rotta per Jabu, questo sito è composto da una barriera corallina digradante. Scendiamo alla profondità di 29 metri dove vedo subito alcuni squali pinna nera. In realtà questa immersione è da macro infatti vedo tantissimi nudibranchi, granchietti, gamberi arlecchino, ma io mi dedico al corallo bolla con i suoi gamberetti trasparenti. Sono veramente strani ma belli. Incontro anche uno scorfano che invece di avere la sua solita colorazione mimetica è di colore bianco. Tornati a bordo, mentre facciamo la consueta sosta, sentiamo uno sbuffo. Non capiamo da dove arriva, poi un altro ed ecco che vediamo una balena. La seguiamo senza esagerare nell’avvicinarci per non farla scappare. Riusciamo a vedere bene il suo soffio, la pinna dorsale, la schiena e un pochino di pinna posteriore, poi si immerge per una decina di secondi ed eccola di nuovo. È stato così per 7/8 di minuti poi si è immersa e l’abbiamo persa. È stata una grandissima emozione, vedere l’eleganza, la maestosità e la bellezza di questi enormi animali. Mancava proprio lei per fare l’en plein, ed eccola.

 

È già ora per il secondo tuffo, lo facciamo al Jikolamo. Anche questo è un piano di sabbia digradante con grosse formazioni di corallo e molti anfratti e grottini. Alla profondità di 26 metri vedo spuntare delle antenne bianche ed ecco delle aragoste. Proseguendo vengo raggiunto da un grosso pesce napoleone, che mi supera e poi si inabissa. Appoggiato su un corallo trovo un grosso scorfano, mi avvicino per fotografarlo quasi da toccarlo (tanto lui, se non lo tocchi, rimane immobile). Vedo la guida che mi chiama, la raggiungo ed ecco un bel pigmi denise, provo qualche scatto, spero di avergli fatto qualche bella foto. Tengo sempre d’occhio anche il blu, infatti ecco tre pinna nera e poco dopo un altro Napoleone. Ormai dobbiamo risalire, lo facciamo vicino a una torre di corallo dove trovo una piccola grotta piena di glassfish. Tornati in barca vediamo che si sta avvicinando una nuvola nera, dopo poco siamo investiti da un fortissimo acquazzone che dura una decina di minuti e poi torna il sole. Arrivati sull’isola ci dicono che c’è sempre stato soleggiato. Anche oggi immersione notturna, quindi dopo pranzo mi faccio un riposino sulla spiaggia e poi vado all’appuntamento fisso al bar.

 

Al tramonto pronto per Timlis, il terzo punto d’immersione. Per raggiungerlo abbiamo circa mezzoretta di navigazione. Questo sito è popolato soprattutto, da granchi portatori di spugna, paguri, oloturie con i loro granchietti. Trovo anche un bel granchio mantide con il suo gambero pulitore personale. Oltre a tutto ciò incontro una ballerina spagnola che appena viene avvicinata inizia a danzare. Mentre risaliamo a mezzo metro di profondità trovo uno squalo bambù che si prepara per farsi trasportare sulla spiaggia dalle onde. Tornati a bordo prendiamo la rotta del ritorno. Arrivati al villaggio, affamati, andiamo subito a cena. Dopo un’ottima mangiata, alcuni si mettono a giocare a carte mentre io e gli altri ci guardiamo le foto e i filmati fatti in questi giorni. La stanchezza si fa sentire quindi dopo poco me ne vado a dormire. Domani sono previste le ultime tre immersioni della vacanza.

 

 

Quinto giorno


Alla mattina partenza al solito orario. Durante i trasferimenti in barca è bellissimo navigare fra queste piccole isole, ricoperte da una vegetazione foltissima. Si ammirano panorami stupendi. Il primo tuffo lo facciamo a Nasas, un grosso scoglio corallino. In questa immersione abbiamo trovato per più di mezzora una buona corrente, nuotiamo molto vicino al corallo per sentirla meno. Dove c’è corrente si trova sempre molto pesce grosso. Arriviamo alla profondità di 23.4 metri, trovo un bellissimo esemplare di pesce ago fantasma, mi diletto a scattargli varie fotografie, poi riprendo a farmi trasportare dalla corrente. I grossi incontri non tardano. Vedo un enorme barracuda, poco dopo, sempre nel blu passano alcune aquile di mare (bellissime, eleganti, quando nuotano sembra che volino). Riprendo ad esplorare il corallo, è popolato da tantissimi grossi pesci leone e scorpione, anche questi divertenti da fotografare. Ma guardo sempre nel blu infatti ecco passare tre squali pinna nera, poco dopo altri quattro. Sul corallo trovo diversi nudibranchi, tutto ciò avvolto in una nuvola di tantissimi tipi di pasce di barriera. Vedo anche un paio di anemoni, ma questi, a causa della corrente si sono chiusi (sembrano dei grossi palloni con i capelli). Abbiamo consumato parecchia aria, dopo cinquantacinque minuti siamo costretti ad uscire. Mentre riemergiamo veniamo accompagnati da una tartaruga che viene a respirare. È stata un’immersione bellissima e ricchissima.


La seconda immersione la facciamo a Tanjung Gorua, caratterizzata da sabbia e corallo. Scendiamo alla profondità di 20 metri. Sulla sabbia vedo due belle rinomurene a poca distanza l’una dall’altra. Mentre le fotografo mi accorgo che a pochi metri, vicino a dei crinoidi, c’è un bell’esemplare di pesce ago rubus, (assomiglia ad un filo di posidonia). Qualche foto e si prosegue. Nascosta in tana ecco una murena gigante. Attorno al corallo nuotano un napoleone e diversi pesci balestra, picasso e titano. Ma gli incontri migliori li facciamo nel blu. Prima vediamo diversi squaletti, poi lo spettacolo migliore: una bellissima manta. Rimango fermo per non spaventarla. Nuota verso di me, muovendo lentamente le ali, mi passa vicina. È uno spettacolo incredibile vedere l’eleganza e la grazia dei movimenti che fa per nuotare. Provo una grande emozione. Rimango fermo per non spaventarla, lei mi passa vicina, quasi da accarezzarmi, poi se ne va nel blu. Tornati in barca la soddisfazione di tutti è evidente ed anche l’euforia è ad alti livelli. Torniamo al villaggio entusiasti ed affamati. Ci fermiamo subito al ristorante. Dopo aver riempito la pancia, voglio riposare ma non vado a letto. Mi metto sul lettino nel patio del mio villino. Ma dopo un’oretta vedo alcuni compagni che vanno in acqua per fare snorkeling, non resisto e li raggiungo. La barriera davanti al villaggio è spettacolare. Potremmo passare decine di volte nello stesso punto e vedremmo sempre cose diverse.

 

È ricchissima, possiamo trovare quasi tutti i tipi di pesce di barriera, ma anche pelagico come tonni, barracuda, squali e tantissimo altro. I bellissimi e vivaci colori, le forme e le dimensioni del corallo fanno capire chiaramente che il corallo è vivo e in ottima salute. Mentre mi avvicino al pontile, mi passa vicino un serpente corallo marino (Lalicauda Colubrina), probabilmente vuole salire anche lui sul pontile per riposare. Ora esco, fra poco abbiamo, come sempre, il nostro appuntamento fisso con la focaccia calda appena sfornata, i salamini, il parmigiano, le arachidi e per chi non fa la terza immersione, la birretta. Mentre mangiamo, ci guardiamo i nostri “ormai amici” squaletti che si nutrono anche loro. Ora il sole sta per tramontare, questo ci segnala che è il momento di tornare in mare per la notturna. È l’ultima immersione della vacanza. Andiamo ad esplorare il sito Kubur. Una frana di sabbia e ghiaia nera. Scesi a 19 metri di profondità, ci rendiamo conto subito che non è opera della natura ma che è stata fatta dall’uomo, buttando dei detriti in acqua. Evidentemente si è creato un ambiente favorevole alla vita marina, visto che è popolatissima soprattutto di esseri piccoli. Appena scesi vedo una seppiolina rossa e due ballerine spagnole. Poco dopo trovo un gruppo di crinoidi, che fanno da rifugio a tre bei pesci ago fantasma. Dopo averli fotografati, proseguendo trovo due murene serpente completamente fuori tana mentre vanno a caccia. Trovo tantissimi gamberetti e granchi dai colori e forme più disparati. Ci sono anche un sacco di nudibranchi, quelli che mi colpiscono maggiormente sono due Chromodoris Kuniei, oltre che per i colori anche perché uno di questi si porta sopra di sé un gamberetto. Questa combinazione mi ha permesso di fare delle belle foto.

 

Purtroppo è già ora di riemergere, ma l’ultimo scatto lo faccio ad un bel pesce leone. Torniamo al villaggio. Questa sera ci aspetta una ricchissima cena a buffet. Dopo aver mangiato, mentre alcuni giocano a carte ed altri si guardano le foto e i video della giornata, io e Angelo andiamo verso la piscina perché vorremmo fotografare gli enormi granchi di terra che popolano il giardino. Questi sono grossi granchi con delle chele enormi che vivono nel giardino. Durante il giorno sono nascosti nelle tane scavate nel terreno, mentre di notte escono per nutrirsi. Dopo aver fatto qualche foto, ci uniamo anche noi al resto del gruppo. Oggi possiamo fare tardi visto che, non potendo fare immersioni, domani mattina dormiamo fin che vogliamo. Il giorno prima di prendere dei voli aerei non ci si può immergere altrimenti si rischierebbe di fare embolia.

 

 

Sesto giorno


Mi alzo alle 8 faccio colazione, poi mi preparo per farmi una bella uscita snorkeling davanti al villaggio. Anche questa volta faccio un sacco di incontri. Appena sceso in acqua finisco in un branco di una dozzina di carangidi, poco dopo vedo degli squali, proseguendo incontro un gruppo enorme di pesci di colore argento che nuotano spalancando la bocca per mangiare, sono buffi. Proseguendo mi passa vicino una tartaruga. In questo punto inizio a sentire troppa corrente che mi spinge verso il largo, è il momento di girarmi e tornare verso il pontile. Mentre rientro faccio qualche ripresa, vorrei elencare tutti i pesci che vedo ma la lista sarebbe troppo lunga quasi infinita. Ormai sono quasi due ore che nuoto, rientro alla base, fra poco è ora di pranzo. Appena finito di mangiare il diving mi porta l’attrezzatura da sub già lavata ed asciugata al mio alloggio. Sfrutto questa mezzoretta libera per preparare la valigia. Alle 15 abbiamo in programma un’escursione per visitare il piccolo villaggio locale, che si trova sulla nostra isola a poca distanza da noi. Ci si può arrivare solo via mare, con meno di cinque minuti di navigazione.

 

Appena scesi sul pontile veniamo accolti da tantissimi bambini incuriositi. Ci girano attorno, salutando e sorridendo. Il paesino è piccolissimo, ha tre vie ed è popolato da poco più di duecento abitanti. Passeggiamo fra le abitazioni, queste sono veramente povere ed essenziali. Hanno poco più del minimo necessario per poter vivere. I negozi sono delle piccole bancarelle, c’è anche una scuola. Le persone che incontriamo sono soprattutto bambini e anziani, probabilmente gli adulti sono al lavoro o a pesca. Tutti sorridenti e tranquilli, si vede che non sono afflitti dalla vita frenetica e stressante che viviamo noi in Italia. In mezzora abbiamo visitato tutto il paesino. È il momento di tornare alla base. Appena arrivati mi tuffo per l’ultimo snorkeling. Rimango nei pressi e sotto il pontile. Voglio fotografare una seppia che è sempre nello stesso punto, poi sotto ai pontili c’è ombra e si ammucchiano sempre una montagna di pesci. Infatti è popolatissimo anche qui. Ogni volta che si mette la testa sott’acqua in questo fantastico mare è sempre assicurata un’esperienza entusiasmante.

 

 Ma c’è una cosa che mi rattrista molto, purtroppo, in alcuni punti di queste acque, le correnti portano e riuniscono parecchia plastica. Su tutte queste isole non esiste un sistema di raccolta e smaltimento rifiuti, quindi i locali li bruciano, ma una parte finisce in acqua. Ora è il momento di andare con gli amici al bar per il nostro tradizionale appuntamento. Oggi niente immersioni quindi la birra scorre a fiumi. Siamo tutti un po’ tristi perché è l’ultima sera che siamo qui. Ora ci aspetta un’ottima cena, come sempre. Poi me ne vado a letto. Domani sarà una giornata molto faticosa.

 

 

Un lungo rientro


Alle 7 suona la sveglia, raccolgo le ultime cose, metto le valigie fuori dalla porta e vado a fare colazione. Dopo aver mangiato vado a pagare gli extra, fra poco dobbiamo iniziare il lungo viaggio di ritorno. Alle 8.30 molliamo gli ormeggi e partiamo. Con un’oretta abbondante di navigazione arriviamo al porto di Labuha dove ci aspettano i pulmini che ci portano all’aeroporto dove arriviamo per le 10.30 circa. In pochissimo tempo sbrighiamo le pratiche per poter partire, ma l’aereo della Wings non si vede ancora. Verso le 12.20 eccolo che atterra. Fanno sbarcare i passeggeri, scaricano i loro bagagli e caricano i nostri. Alle 13.00, in perfetto orario, danno il via per imbarcarci. Partiamo a piedi verso l’aereo, facciamo per salire ma la hostess ci blocca davanti alla scaletta dicendoci “aereo rotto” e ci fanno tornare in sala d’attesa. Chiediamo spiegazioni, la risposta è: stanno cercando di risolvere. Vediamo le hostess che stanno aprendo dei quadri elettrici appena dentro di fianco al portellone. Poco dopo arriva anche il capitano dell’aereo, si mette in maglietta ed inizia a trafficare anche lui, ma niente da fare. Nel frattempo arriva anche un meccanico, speriamo che sia la volta buona. Ma anche questa volta niente. Abbiamo già due ore di ritardo e l’aereo ancora guasto. Il personale ci porta un cestino con il pranzo, questo ci fa capire subito che la cose non si stanno mettendo bene e che sarà un’attesa piuttosto lunga. Ormai siamo già in ritardo di più di tre ore. Richiedo. Si vede chiaramente che non sanno cosa rispondere. Inizio a preoccuparmi. Aspetto ancora un po’ poi mi informo da qualcun altro, almeno ho una risposta. Sembra che ci abbiano mandato un aereo in sostituzione, che dovrebbe essere qua fra mezzora. Ma dopo oltre un’ora ancora niente.

 

La situazione non mi piace visto che questo aeroporto non è attrezzato per i voli notturni, ha pochissime luci di pista e quelle poche sembrano dei lumini. Domani mattina abbiamo il volo per Singapore e in un modo o nell’altro dobbiamo per forza arrivare in tempo per prenderlo. Per far passare Il tempo alcuni di noi, girano una fila di poltroncine per essere uno di fronte all’altro e si mettono a giocare a carte. È simpatico vedere tutti gli addetti dell’aeroporto venire a vederli giocare incuriositi. Si mettono a ridere e cercano di capire come funziona. Il tempo continua a passare ma dell’aereo non c’è traccia ed il sole sta tramontando. Alle 18.50 eccolo, appena atterrato, senza nessun controllo, ci fanno andare di corsa in pista per imbarcarci, ci caricano le valigie in fretta e furia. Alle 18.55 con ben cinque ore e cinquantacinque minuti di ritardo, ed è ormai buio, decolliamo. Ma poco dopo atterriamo a Ternate. Questa volta oltre che a scaricare e caricare persone e merci deve anche fare rifornimento di carburante. Per motivi di sicurezza ci fanno scendere tutti dal velivolo per andare nel terminal.  Dopo ben oltre mezzora ci fanno ripartire per Manado. Avremmo dovuto arrivare nel primo pomeriggio ed avere tutto il tempo per rilassarci in piscina, ma in realtà siamo arrivati oltre le 22. Ci facciamo dare le stanze dove portiamo le valigie (qui troviamo anche quella che si era persa di Giovanni), poi torniamo subito al ristorante. Siamo stanchi e affamati. Mi mangio un hamburger con patatine, bevo un paio di birre poi me ne vado a dormire.

 

Alla mattina sveglia con calma, abbondante colazione e poi via per l’aeroporto. Arriviamo parecchio in anticipo perché qui le pratiche burocratiche per poter partire sono piuttosto lunghe. Arrivati al gate non vedo il nostro aereo Wings e visto l’esperienza di ieri la cosa non mi piace. Fra poco dovremmo decollare ma del volo ancora niente. Ma eccolo, è arrivato ora. Di conseguenza decolliamo più di un’ora in ritardo. Arrivati a Singapore vorremmo farci una veloce visita in città ma questo ritardo ci ha tolto il tempo necessario. Quindi rimaniamo in aeroporto. Gironzoliamo fra i vari duty free. Voglio trovare una maglietta da regalare al mio pulcino Sveva e delle calamite per alcuni amici. Finiti gli acquisti mangio qualcosa per cena. Ormai è l’ora di imbarcarci ed alle 23.45, in perfetto orario, il nostro volo della Singapore Airlines decolla. Poco dopo ci servono la cena. Mi guardo un film e poi mi metto a dormire. Ma circa quattro ore prima dell’arrivo ci servono la colazione. Non capisco perché ci sveglino così presto invece di lasciarci dormire e svegliarci poco prima di atterrare. Durante il volo incontriamo diverse turbolenze, che fanno sballottare l’aereo, ma del resto tutto tranquillo. Alle 5.55, in perfetto orario atterriamo a Malpensa. Stranamente sono abbastanza veloci a consegnaci le valigie e farci fare il controllo passaporto. Dopo aver salutato parte degli amici, alle 7.30 siamo già in macchina direzione Bologna. Ed alle 10.30 sono già a casa. Mi dispiace che il viaggio sia finito, ma ho anche molta voglia di vedere la mia famiglia.

 

Direi che anche questa volta, a parte qualche piccolo intoppo risolto brillantemente, sia andato tutto molto bene, siamo tutti entusiasti e soddisfatti. Abbiamo potuto fare delle esperienze incredibili e degli incontri stupendi con animali rari. Riuscire a fare un viaggio così dopo un periodo di chiusura di tre anni per la pandemia ci dà un senso di liberazione e di essere riusciti a riprenderci in mano la nostra vita. I ricordi di questo viaggio rimarranno sempre nella mia mente, ma i pensieri sono già proiettati alla ricerca di un altro paradiso da esplorare nel prossimo viaggio.

 

Paolo Ghidotti           

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