Congratulazioni a Gigi e Irene!
Ultime notizie da Gigi e Irene
L'avventura su Ayoka
Navigando verso Bali
Attraverso lo Stretto di Torres
Esplorando le Isole Solomon
Siamo arrivati nell'Eden: le Isole Solomon
Come sono cambiate le Vanuatu
I salti di Pentecost!
Pausa-manutenzione a Port Vila
Port Vila è una cosa a parte!
I salti di Pentecost!
15 July 2009 ore 15:00
Luigi e io, durante una delle numerose crociere che ci vedevano scorrazzare tra un'isola e l’altra delle Vanuatu, avevamo già assistito anni fa a questo spettacolo davvero eccezionale che ci aveva trasmesso un'intensa emozione. Quest’anno abbiamo avuto la sorpresa di apprendere che i salti sull’isola di Pentecost venivano effettuati anche nel mese di Giugno, mentre da sempre la cerimonia ha luogo soltanto verso la fine di Aprile-inizio Maggio. In un primo tempo, pensando che la nostra partenza per Espiritu Santo, a Nord dell’arcipelago, sarebbe stata imminente ed essendo Pentecost sul nostro percorso, avremmo volentieri spezzato il viaggio con una sosta ad hoc sull’isola. Quale migliore occasione per rivedere quell’avvenimento straordinario?
Il programma è però improvvisamente cambiato (ci aspetta ancora una sosta di una decina di giorni qui a Vila) e allora mi sono decisa ad aggregarmi a un piccolo gruppo che sarebbe andato in giornata in aereo. Dopo quasi tre mesi ininterrotti su Akoya, Gigi è stato ben contento di darmi un giorno di libera uscita. Ma, come tutti quelli che lo conoscono bene hanno già intuito, lui chiaramente la barca non l’ha mollata... Salgo quindi di buon’ora su un aereo delle linee Air Vanuatu: aereo? Che parolone! Si tratta di un improbabile e minuscolo aeroplanino che, più che paura, fa tenerezza! Dopo 40 minuti di volo atterro sull’isola di Pentecost, 120 miglia a nord di Efate. Piove (ma va'?) tutto attorno è solo una fanghiglia scivolosa. Sono felice, per la seconda volta sto andando a vedere i famosissimi “land divers”, i saltatori che si buttano da una torre legandosi le caviglie con delle liane. La torre è composta da rami intrecciati, anch’essi legati fra loro da liane.
Se non volete chiedere all’onnisciente signor Google di cosa si tratta, riassumo io, raccontando che i coraggiosi saltatori, in pratica precursori del bungee jumping, mantengono viva questa tradizione ormai da moltissimi anni, esibendosi soltanto nel periodo dell’anno in cui le liane raggiungono l’elasticità necessaria per permettere i salti. La torre è alta 30 metri e i “tuffi” avvengono da diverse altezze, scelte in base alla bravura e al coraggio: chi con la testa si avvicina di più al punto d’atterraggio, è il più bravo. I ragazzi che si cimentano nella prova hanno fisici muscolosi e scultorei che mostrano quasi integralmente nudi.
I salti avvengono in un clima direi di eccitazione collettiva. Tutto il villaggio si raduna attorno all’insolito trampolino cominciando a danzare e a cantare a ritmo sempre più serrato per “caricare” il saltatore. Poi d’improvviso il rumore cessa e in un silenzio assoluto, quasi mistico, l’uomo si stacca lanciandosi nel vuoto. Assolutamente emozionante e suggestivo! Perchè questa tradizione? Ci sono almeno tre versioni: è una celebrazione fatta come buon auspicio per il raccolto dell’igname; è un’iniziazione e una prova di coraggio per i fanciulli che diventano uomini, oppure è il modo per riscattarsi da una figuraccia... Narra infatti la leggenda di come una principessa fosse stata sorpresa dal marito con l’amante. Minacciata, la donna corse nella foresta e si arrampicò su un enorme albero chiamato banyan, ma da brava furbastra, prima di gettarsi nel vuoto si legò le caviglie con delle liane. Il marito la inseguì sull’albero e a sua volta, ma da bravo allocco, si buttò di sotto senza legarsi. Da allora gli uomini cercano il riscatto! A suffragio di questa versione, non ho ancora detto che è assolutamente proibito alle donne saltare dalla torre o addirittura avvicinarsi ad essa nel giorno della cerimonia!
Eccomi quindi nuovamente a Pentecost... Il posto non è più lo stesso, la torre non supera la dozzina di metri, i pochi spettatori sono più che altro preoccupati di non scivolare nel fango e non cadere con le macchine fotografiche; piove e la luce per le foto è terribile. I saltatori (comunque belli e muscolosi, come potete vedere...) si preparano con buona volontà, ma nell’aria manca qualcosa. Non c’è ne magia né spiritualità. I canti sono distratti e le danze un po’ strascicate. Io osservo tutto questo e ne rimango molto delusa, perché inevitabilmente faccio il paragone con la volta precedente. A chi non l’ha mai visto, però, lo spettacolo piace, anzi piace molto.
In pratica è successo che per non limitare questa cerimonia straordinaria ai soli abitanti dell’isola e a qualche sparuto velista che si trovava a passare proprio in quel posto nel momento giusto, si è voluto prorogare di un mese il periodo dei salti in modo che un numero maggiore di turisti potessero assistervi. La conseguenza è stata che le liane non sono più elastiche e saltare da trenta metri sarebbe stato troppo rischioso. Da qui il ridimensionamento e il conseguente compromesso. Se è vero che non c’è due senza tre, la prossima volta faremo in modo di fermarci nuovamente a Pentecost senza dubbio a fine Aprile o inizio Maggio!! Un abbraccio a tutti i Velisti per Caso e alle prossime...
Irene Moretti
A bordo di Ayoka