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L'orgoglio di Ua Pou

3 July 2002 ore 20:00

Sempre alle Marchesi. Siamo arrivati a Ua Pou, alla mattina presto. Piove a dirotto, c’è poco vento e quasi c’è la nebbia. Ancoriamo in una baia abbastanza aperta, poco riparata, con una gran risacca. Siamo di fronte al paesino di Hakaetau, dove abita Pascal, una guida che mi ha accompagnato due anni fa a vedere Nuku Hiva. Adesso abita qui a Ua Pou, che poi è il suo paese. E mi ha dato appuntamento qui, per mostrarci quest’isola che ha fama di essere una delle più belle, senza turismo, rinomata soprattutto per l’orgoglio culturale dei suoi abitanti, che sono tra i più attivi nella salvaguardia delle tradizioni marchisiane.

Prendiamo terra sotto la pioggia, rischiando di andare a sbattere contro il piccolo molo di cemento a causa delle onde. Spunta una macchina, che ci fa segno di avvicinarci. E’ un amico di Pascal, che si scusa ma non è potuto venire. Ci portano (io, Davide Riondino e Marcello Jori, il nostro amico artista che tra le altre cose ha decorato Adriatica con alcune sue opere) nella scuolina del Paese. Circa una cinquantina di bambini, di tutte le età, dalla materna alle elementari. E un maestro grande e grosso, tatuato, entusiasta, inarrestabile. Noi gli portiamo il materiale delle scuole di Fano, la città dei ragazzi, che propone scambi di esperienze via internet. Lui ci porta in cortile, con tutti i bambini.

Nel frattempo è tornato il sole, e attorno si sono accesi i colori della vegetazione, dei fiori e delle montagne altissime di Ua Pou. I bambini cantano e raccontano le antiche leggende delle Marchesi. Il maestro li guida, li incita e li fa ballare la danza degli antichi Maori: bellicosa, irresistibile, dinamica. Arriva Pascal, che qui è una specie di capo-villaggio. Abbracci. E poi balla e canta anche lui la Leggenda della terra degli Uomini, Te Henua Enana, cioè le Isole Marchesi. Oatea era il Dio e Atuana era sua moglie. Un giorno lei chiede a lui di costruirle una casa. Lui pianta due pilastri e un’architrave in mezzo al Mare: i pilastri, manco a dirlo, sono l’Isola di Ua Pou. Poi, attorno, la casa poggia su tutte le altre Isole.

Davide e Marcello, ogni volta che cambiamo isola, dicono che è più bella delle altre. In effetti Ua Pou è bellissima: ha anche una serie di baie con spiaggia bianca. Una, in particolare, in cui ci porta Pascal, si chiama Baia degli squali. Qui, in una certa stagione, ce ne sono moltissimi: aspettano che si schiudano le uova di tartaruga per mangiarsi i piccoli che, dopo essere sfuggiti agli uccelli, riescono ad arrivare in mare.

Nel pomeriggio facciamo un giro tra i vari artigiani: una ragazza intreccia collane di semi, un altro ragazzo scolpisce la pietra e infine una signora intreccia foglie di pandano per fare borse e cappelli, che poi le donne porteranno in chiesa, alla domenica, ricoperti di fiori.

Domani arriveremo a Nuku Hiva, l’isola principale delle Marchesi. E so già che Davide e Marcello diranno che è la più bella…


Patrizio

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