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Natale in Pacifico...

23 December 2006 ore 14:30

Posizione: 07°36',7S - 083°40',8W. 200 miglia dalla costa del Perù. Rotta 210°, verso il Cile del Nord, Antofagasta. Velocità 6 nodi. Ore 14:35 LT. Vento da SSE a 15 nodi. Mare lungo da Sud. Pressione 1011 Mb, copertura del cielo 4/8.

 

Giorno di mare segue giorno di mare. Da quanto tempo siamo partiti? La piccola comunità che siamo vive ormai di vita propria. Piccole gioie, sorrisi, qualche tensione dovuta alla stanchezza... rare, per la verità (le tensioni, non la stanchezza!). I nostri amici terrestri sono ormai solo delle lettere sullo schermo del PC, delle mail. Parole amiche o informazioni tecniche. Ecco, sì! Chi ci scrive si divide in "volti amici" e "parole di lavoro". Così che ciascuno di noi, a bordo, relativizza tutti i rapporti che a terra vive in modo concitato. La maggior parte delle persone con cui non potevamo fare a meno di vederci, telefonarci, scriverci un sms sono scomparse, assorbite nella loro quotidianità terrestre. Sanno veramente cosa stiamo vivendo, noi, qui? E in fondo, gli interessiamo? Poco, direi. Se non sollecitiamo da bordo una necessità, lungi da loro il farsi sentire. "Come state, ragazzi? Come va lì a bordo? Ve la state passando bene? Cosa avete organizzato per il Natale?" Una sola di queste frasi sarebbe importante.

Ma no. Noi siamo qui, nel 'nostro' Oceano Pacifico, sulla 'nostra' barca, Adriatica. Piccola famiglia attaccata con le unghie a questa minuscola casa galleggiante.

E poi, per fortuna, ci sono altri legami. Legami che nell'assenza hanno una strana forza. Persone, poche, con le quali ci siamo sentiti raramente così vicini, con le quali il rapporto resta forte e completo. È l'assenza, è il senso del rischio, è la forza semplice della vita che conduciamo e la lontananza dagli occhi a restituire questa forza ai rapporti umani. Queste persone, questi che amiamo, sono qui a popolare i nostri pensieri e ci sorridono, o si preoccupano... Ci accompagnano.

Sono amici, fidanzate, mogli, padri, madri... Il rapporto che parrebe allentato dalla distanza e dalla scarsa comunicazione si è fatto più tenero e introspettivo. Conosciamo la loro inquietudine e immaginiamo il piacere che provano nel consultare il sito dei velistipercaso e scoprire un nuovo racconto, una nuova notizia.

Adriatica sbatte la prua sulla via del Sud. Questa rotta che ci allontana, miglia dopo miglia, da loro. Siamo qui per realizzare un progetto. Ciascuno di noi sa quanto dobbiamo a loro, che con la loro pazienza, i loro incoraggiamenti, la loro fiducia ci hanno permesso di essere qui.

Sono le persone che ci vogliono bene e alle quali vogliamo rendere omaggio in vista del Natale. Che si creda o no, non importa.

Sono loro, così importanti (per noi) e così impotenti. Se un giorno un'onda più alta ci travolgesse o se ci scontrassimo con un oggetto alla deriva o uno di questi pescherecci senza luci che di frodo rubano il pesce ai peruviani e ai cileni, potrebbero solo scrutare se un piccolo segnale emesso dalla nostra boa EPIRB (la boa di soccorso) fosse segno di un luogo, di una speranza.

Sono le persone che hanno lo sguardo orgoglioso quando raccontano che il loro figlio, il loro marito o compagno (o anche solo il loro amico!) sta navigando intorno all'America del Sud, controvento, di bolina e per 2, 3 o 6 mesi lotterà contro il mare contrario, le temperature sempre più fredde, la stanchezza dei turni ripetuti, i pericoli degli insidiosi canali della Patagonia... Sono le persone che hanno condiviso con noi il progetto di Adriatica sulle Tracce di Darwin e... soprattutto, che comprendono la nostra voglia di mare!

Oggi, antivigilia di Natale, abbiamo potuto fare un regalo. Non ai nostri cari a casa, ma in vece loro a dei pescatori peruviani che, come noi, passeranno il natale in mare, pescando. Tre pacchetti di sigarette, due bidoni di acqua buona, un sacco di biscotti... Poco, ma un gesto. La necessità di dare qualcosa a qualcuno senza ricevere.

I tre marinai cotti dal sole sulla loro lancia di legno di meno di 4 metri con un fuoribordo da 75 Cv a 200 miglia dalla costa. Tirano palamiti per conto di una barca Madre che li assiste a qualche miglio. Loro possono, queste sono acque peruviane. Noi siamo gli intrusi che rischiano di danneggiargli gli attrezzi che sfamano le loro famiglie. Quindi non ci lamentiamo. Quando vediamo una boa viriamo. E li ringraziamo per il loro sorriso. Fanno le veci dei nostri cari, a casa.

Buon Natale

 

Filippo Mennuni

Skipper di Adriatica

Insieme a Ricardo, Ferdy, Marco, Emanuel e Gianni

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