Il sito navigabile dei Velisti per Caso!
twitter facebook friendfeed flickr youtube scrivi a

velisti tv

> newsletter

> cerca

> credits

iscriviti alla
newsletter


cerca nel sito

Prime impressioni?

7 November 2006 ore 12:00

Dal diario di Davide, Velistapercaso


Oggi è il mio compleanno, e oggi incomincia presto. Sono di turno dalle 3 alle 6 del mattino con Filippo, che onore. La mia curiosità sulla barca è grande, e non mi tiro indietro: a cosa serve questo? Cosa indica quest'altro?

Ci sono indicatori per tutto: vento reale, vento apparente, velocità al suolo, direzione del vento, e altri oltre al plotter cartografico. Il pilota automatico è impostato a 131° rispetto al vento apparente. Facciamo 9-10 nodi, grazie anche a una corrente di 2 nodi a favore. Approfitto della vicinanza dalla terra ferma - Aruba è alla nostra sinistra, parallela alla nostra direzione - e dell'orario - sono le 8 del mattino in Italia - per chiamare a casa e ricevere gli auguri da mia moglie e mio figlio, pronti per uscire e andare, rispettivamente, a lavoro e all'asilo. Non riesco a scendere sotto coperta per via di un malessere allo stomaco (sarà forse il sughetto con soffritto di pancetta, aglio e cipolla della cena?), e decido, terminato il turno, di dormire in pozzetto sul sacco del genoa. Dormo poco, però intensamente. Il secondo turno è dalle 11 alle 14. Mi affianca Gianfranco e scrutiamo assieme la lenza al traino, nella speranza di festeggiare il compleanno con una cena a base di pesce fresco. E' questione di un momento.

 

Un balzo fuori dall'acqua, a circa 20 metri dalla poppa. Gianfranco grida: "E' un tonno!", ma il "quasi" tonno per cena decide di cambiare il menù in tavola. Eravamo troppo veloci. Alle 13.30 Filippo decide che è ora di strambare. La manovra risulta più complicata del previsto per via del winch di dritta del fiocco che è rotto, per cui facciamo un cambio di winch a fiocco già cazzato.

 

Nuova rotta: 255°, pilota automatico su 122° rispetto al vento apparente. Il pomeriggio lo passiamo oziando, disquisendo proprio dell'ozio, che viene interrotto bruscamente dal rumore del mulinello. Il tonno ha deciso di farsi mangiare! Filippo porta la barca all'orza e recuperiamo il fiocco per

diminuire la velocità e facilitare il recupero della nostra cena, ma il "quasi" tonno ha deciso di prendersi gioco di noi. Sono le 18, 24 ore dalla partenza da Curacao, 200 miglia percorse. Il sole tramonta. Per cena, a scelta, pasta con olio e parmiggiano, o col sugo di tonno, in scatola :-(, in base ai gusti e allo stomaco. Sono le 21, inizia il mio ultimo turno di guardia, fino alla mezzanotte del nuovo giorno. Un paio di pesci volanti si offrono al festeggiato, ma li ributtiamo a mare. Il mio regalo lo ho già ricevuto: stare su Adriatica, navigando in altura nel mar dei Caraibi, in rotta per Panama.

 

Davide

Velista per Caso Curaçao-Panama

 

P.S. Un grazie particolare a mia moglie Simona, senza il suo appoggio non avrei potuto vivere questa bellissima esperienza.

 

Dal diario di Gianluca, Ingegnere del Centro Ricerche Enel

 

Ciao, sono Gianluca e qui sopra forse sono il più per caso di tutti. Lavoro al centro ricerche dell'Enel e sono arrivato a Curacao per seguire l'installazione dei sistemi di generazione di energia da fonti rinnovabili e del sistema di accumulo energetico con idrogeno...e già che c'ero, dopo aver passato una quindicina di giorni strisciando tra gli anfratti della barca, ho preso un po' di ferie per stare a bordo fino a Panama. In pratica: di

barche non so assolutamente nulla. Dunque, dopo due giorni di mare sono lieto di annunciarvi che ho imparato ad adugliare le cime (cioè: a metterle a posto) e a usare un winch (uno solo: se gli altri funzionano allo stesso modo di quello che ho usato io, sono a cavallo! :-)

Impressioni flash dallo stare a bordo: vomitino delle prime 24 ore, notti sul pavimento sotto la scaletta perché li si sente meno il mal di mare (grazie Ric), cielo stellato fantastico di ieri sera con le stelle fino all'orizzonte, le onde che ti portano con dolcezza, attrezzi che precipitano quando le onde si dimenticano la dolcezza, il legno che scotta per il sole a picco, il tramonto e l'alba, la salsedine che resta quando la coperta (cioè: il pavimento di sopra) si asciuga, il sentirsi tutti assieme ma col proprio spazio di solitudine, la pasta in bianco perché quella con la pancetta sulla

barca non fa un gran ché bene...

 

Ciao a tutti!

 

Gianluca

Ingegnere del Centro Ricerche di Enel

Questo website utilizza i cookie per migliorare la vostra esperienza d'uso. Proseguendo la navigazione date implicitamente il consenso all'uso dei cookie. close [ informazioni ]