- 2013
Partiamo per un nuovo giro del mondo!
Velisti percaso e nonpercaso, uniti nella rotta. Quella di PigafettaChi è Antonio Pigafetta
Il primo navigatore a fare un intero giro del mondoDialogo a più voci sulla rotta
Che è quella di Magellano, con qualche sosta in piùAlcune note di Syusy sul viaggio
E sulle mappe misteriose che aveva MagellanoScienza a bordo con il CNR
Un oceanografo misurerà il mare durante il viaggioL'Italia deve riscoprire il mare e la vela!
Parliamo di Pigafetta500 con Ennio Abate, della Lega Navale ItalianaCorriamo per non rimanere indietro!
La Confindustria di Vicenza sostiene Pigafetta 500La presentazione a Vicenza
Durante la premiazione del premio PigafettaLa presentazione a Bruxelles
Il viaggio di Pigafetta 500 presentato al Parlamento Europeo!La presentazione su Bolina
E altra rassegna stampa del viaggio di PigafettaFesteggiamo la partenza di Adriatica, vieni?
San Giorgio di N. 30 agosto, Venezia 6 e 7 settembreMisuriamo la salute del mare con Adriatica
Laboratorio galleggiante del CNRUltimi preparativi prima della partenza
Un po' di sconcerto... di cose ne mancano! Ma per Filippo è tutto normale (speriamo)Completiamo la cambusa e poi via
30 kg di pasta Jolly Sgambaro e il vino del Casale Fornace! Qualcuno si è ricordato il sale?Adriatica fa il suo ingresso a Venezia
In anticipo con appuntamenti che saltano e manutenzione da fare! Ma l'Arsenale è bellissimoE' il grande giorno: oggi si parte!
Prima però bisogna parlare coi giornalisti, salutare tutti e passare dalla piattaforma CNRAdriatica è partita!
Foto, video e rassegna stampa della partenza da VeneziaE fu sera e fu mattina: secondo giorno
La navigazione procede rispettando i turni e prendendo confidenza con tuttoPassiamo le Tremiti ma qualcosa non va
Il timone non governa! Fortuna che Brindisi è vicina, urge un pit stopSi è spezzato l'agghiaccio!
Nel cantiere di Brindisi organizziamo la riparazione, con l'aiuto degli amici della Lega Navale localeSiamo in attesa dei ricambi
Dal diario di bordo di Manuela, su Adriatica da Venezia a PalermoLe cose da fare non mancano
Anche se piove e ci tocca aspettare, c'è sempre la manutenzione!Segui Adriatica con il tracking!
Per sapere sempre in tempo reale dove si trova la barca lungo la rotta di Pigafetta 500Siamo rimasti in due, ma aspettiamo i rinforzi
Alcuni dei pigafettiani che dovevano imbarcarsi a Cadice saliranno a BrindisiOspiti della Lega Navale di Brindisi
Noi gli presentiamo il progetto e loro ci offrono la cena!Due nuovi membri dell'equipaggio
E il pezzo di ricambio è in arrivo. Siamo pronti a ripartire?Ripartiti! Filiamo spediti a 10 nodi
Un tramonto rosso fiammeggiante ci fa compagnia verso OtrantoBrutte sorprese nel Golfo di Taranto
Doppia burrasca, notte di mal di mare, poi finalmente spunta MessinaUltimo controllo dei dispositivi scientifici a bordo
A Messina, poi si parte verso PalermoAdriatica arriva a Palermo
Ormeggia alla Lega Navale che ci accoglie con un trionfo di specialità siciliane...A Sanlucar de Barrameda dove tutto inizia
Il viaggio di Adriatica oggi, come quello di Magellano ieri.A Tarifa c'è chi aspetta Adriatica
Risale a bordo il Capitano Filippo Mennuni!Gibilterra è un luogo strano... soprattutto all'alba
Quando i rumori della modernità sono assenti e la sommità della Rocca è avvolta nella nebbiaArrivati a Gibilterra
Pronti a passare le Colonne d'Ercole?L'onda si alza, dov'è la trinchetta?
Non abbiamo alternative: o ci infiliamo dritti contro il maltempo, o torniamo indietroNotte nera, mare grosso e manovre ardite
Dal diario di Adriatica in AtlanticoContinuiamo a navigare fino a Casablanca
La burrasca non è pericolosa e piano piano scende, ma non eravamo prontiAdriatica naviga seguendo Venere
Al traverso di Casablanca.L'oceano sa farsi perdonare!
Di un blu profondo e limpido, con un cielo da cartolina e persino i delfini che ci scortanoAdriatica è a Tenerife
Il diario di bordo dell'arrivo alle CanarieProssimamente a bordo Antonio e Paolo
C'è chi arriva a Capo Verde e chi fa la traversata!Un po' di Pigafetta 500 alla Barcolana
A Trieste domenica 13 ottobrePigafetta 500 al TTG di Rimini
Appuntamento in fiera venerdì 18 ottobreL'Atlantic team è pronto per la traversata!
Dal diario di Gianfranco, su Adriatica a TenerfieManca un'ora alla partenza!
Ultimi preparativi, cambusa al mercato, poi via fino a Capo VerdeTutto tranquillo sull'Atlantico Orientale
Adriatica è partita, il morale è alto, il meteo buonoVi presentiamo l'Atlantic Team Pigafetta!
A bordo di Adriatica nella traversata atlanticaAggiornamento sulla posizione di Adriatica
E sul bollettino meteo di navigazioneNell'oceano tra guasti, soluzioni e nostalgia
Gianfranco ci scrive col satellitare da AdriaticaChiacchiere in pozzetto
Adriatica è dalle parti di Capo Verde, si fa sul serioSi è rotto il gennaker!
Nessun pericolo, ma ci rallenta. Bisogna comportarsi da team!Il vento dopo la bonaccia
Adriatica fila veloce nell'Oceano AtlanticoLa prima pasta e fagioli dell'emisfero sud
...non si scorda mai!Avvistiamo terra dopo 12 giorni
E' Fernando de Noronha, siamo in Brasile!Traversata finita: Adriatica è a Recife!
Il primo oceano e il primo passaggio dell'EquatoreIncontriamo la comunità italiana di Maceiò!
Adriatica ospite dell'associazione Dante AlighieriLe mie emozioni nell'Oceano Atlantico
Gianfranco ci racconta la sua traversata. E ci emoziona!Navighiamo a vista verso Rio de Janeiro
Finché avvistiamo il Corcovado e entriamo nella baia di GuanabaraA Rio de Janeiro cambio equipaggio
E un aggiornamento della missione scientifica!Un vicentino nella terra del Verzin
Il diario di bordo di Odino Baù, su Adriatica in BrasileAnche in Brasile piove e c'è la nebbia
Ma un giro turistico di Rio lo facciamo lo stesso, domani si parte!Rotta su Ilha Grande
Piantiamo l'ancora vicino all'Angra dos ReisIlha Bela: qui ci fermiamo due giorni
...Almeno! Per visitare questa baia da sognoNel traffico nautico di Santos
Piena di mercantili, porto-canale più vicino a San PaoloAl mercato del pesce e si riparte
Aragoste e camarões per cena, poi lunga navigazione notturnaPer Adriatica o poco vento, o 20 nodi!
Odino racconta la navigazione verso FlorianopolisEsplorando Floripa in canoa
Adriatica prosegue il viaggio, mentre la spedizione di Odino prosegue quiCapo Horn ci attende!
Adriatica continua a navigare verso sudE se a Rio de Janeiro piove...
Bisogna rimandare i campionamenti nella baia!Prossimamente a bordo: Davide!
Nella tappa da Ushuaia a Punta ArenasPit stop a Buenos Aires per Natale!
Poi si riparte verso la Terra del Fuoco con FilippoProssimamente a bordo: Tommaso!
Dal Lago di Garda allo stretto di MagellanoTra siesta e serate di tango
Il Natale argentino è così, inusuale! Ce lo racconta Barbara "pigafettiana" della LNI di VicenzaIncontriamo gli italiani in Argentina
A bordo di Adriatica Karin Orlandi del circolo "Vicentini nel Mondo" di Buenos AiresUltimi giorni a Buenos Aires
Mettiamo a punto la barca che poi si va a sud - 2014
Ripariamo a Piriapoli
A volte è meglio restare in porto col maltempoEscursioni e paziente attesa
A bordo la manutenzione, a terra visitiamo Punta del EsteLe mie prime due tappe australi
Filippo al timone parla della navigazione sudamericanaSiamo pronti a ripartire!
Ma lasciamo a terra l'ombrello verde, colpevole di tutti gli imprevisti...Mare e porti, formidabili luoghi di incontro!
Condividere i giorni o anche solo pochi minuti di navigazioneAdriatica in rotta per Mar del Plata
Diario di una perfetta navigazione notturna, seguendo le stelleSalutiamo gli italiani di Mar del Plata
Vengono a trovarci le comunità venete locali!Dobbiamo fare una sosta forzata!
Adriatica deve stare ferma 20 giorni a Mar del Plata, ecco la newsUltime da Mar del Plata
Aggiustiamo il motore e ringraziamo gli amici italo-argentini che ci aiutanoLavori a bordo
Filippo descrive problemi e soluzioniSull'equipaggio di Adriatica
Straordinario laboratorio di comportamenti umaniE' ufficiale: Pigafetta 500 riparte in ottobre
La sosta tecnica ci fa perdere la stagione propizia per il grande sudTorniamo a Piriapolis in cantiere
Dove Adriatica può essere alata e messa in sicurezzaInizia il viaggio verso Piriapolis
Meteo non disastrosa e motore da non forzareSi continua a vela, come i veri marinai
Ci vorrà il tempo che ci vorrà, come spesso accade nella vita.Il mare è nostro! E la nave va
Finalmente navigazione perfetta, fino a PiriapolisUltime da Adriatica in cantiere
A Piriapolis, misurazioni in corso!
Dialogo a più voci sulla rotta
3 April 2013 ore 12:00
Che rotta percorrerà Adriatica nel giro del mondo di Pigafetta? Iniziamo a scoprirla in questo dialogo tra Syusy, Patrizio e Piero Magnabosco di Edizioni Magnamare.
Piero Magnabosco: Il viaggio di Magellano è il primo giro del mondo al completo. Non era però la prima navigazione di un europeo nel Pacifico, vedi Marco Polo, ed esisteva già una città europea fondata sulla costa pacifica dell'America Centrale: Panama. Il viaggio parte dal luogo classico di tutte le partenze verso l'America, Cadice, Sanlucar di Barrameda. In realtà parte a Siviglia, la porta delle Americhe, discendendo il fiume e prendendo il largo per l'oceano. Prima sosta le isole Canarie, in quel periodo sotto il dominio spagnolo, base fondamentale per attraversare l'Atlantico. Dopo di che Magellano ha puntato a sud, senza fermarsi però a Capo Verde, all'epoca dominazione portoghese e blindata da un trattato che spingeva il confine a 270 miglia a occidente dell'arcipelago. Arrivare a Capo Verde avrebbe significato essere prigionieri dei portoghesi, meglio dirigersi direttamente in Brasile, cosa che noi non faremo...
Syusy: Beh, dato che quel trattato oggi non esiste più, noi possiamo anche fermarci a Capo Verde! Io ci sono andata ed è una bellissima tappa, estremamente interessante da vedere, con isole completamente diverse l'una dall'altra: c'è Sal, che è una salina, Fogo, che invece è un vulcano e un'altra isola che è una duna del deserto! Una bellissima esperienza. Da Gibilterra fin qui, considerando le varie soste, siamo a circa un mese di navigazione, ovvero un paio di tappe. Andiamo avanti...
Piero: Avanti, verso ponente, attraverso l'Atlantico. Siamo già in Brasile ma prima della costa continentale c'è l'arcipelago di Fernando de Noronha. Sbrachiamo e visitiamo questa riserva della biosfera, un posto particolarmente bello e particolarmente preservato. Lasciato Fernando de Noronha si raggiunge finalmente la costa continentale del Brasile all'altezza di Natal, con le sue dune di sabbia. Più a sud, quella che allora si chiamava la Baia di Santa Lucia, dove oggi c'è Rio de Janeiro, già conosciuta all'epoca di Magellano perché quelli che erano stati in America prima di lui, come Vespucci, avevano fatto un ottimo lavoro di esplorazione e di cartografia di tutta la zona fino a Buenos Aires, anzi anche più su. Noi approderemo prima a Natal e seguiremo la costa del Brasile fermandoci nei vari porti, come Bahia, Santa Lucia e Rio, un porto naturale perfetto.
Patrizio: A proposito di soste, il nostro viaggio non sarà del tutto filologico, ci permetteremo delle soste anche dove il buon Magellano e Pigafetta non se lo sono consentito, ma mi sembra giusto... Noi incontreremo le comunità italiane, faremo festa, andremo a raccontare chi era Pigafetta a chi non se lo ricorda. Quindi tutte le città che hai citato, innanzitutto Rio, sono occasione di incontro, festa, tappe, cambi di equipaggio...
Piero: Il nostro obiettivo partendo a settembre da Cadice è arrivare in Terra del Fuoco nel periodo più adatto, l'estate australe, ai primi di Gennaio. Anche le tappe saranno organizzate in modo da arrivare al momento giusto nella parte più australe del viaggio. Questa parte di viaggio sarà piuttosto dura per motivi meteorologici, almeno che il tempo sia il migliore possibile! A Buenos Aires Magellano entrò nel mar de Plata, arrivò fino alle foci del fiume pensando che ci fosse un passaggio per accedere al Mar del Sur dell'oceano Pacifico... ma si accorse presto di navigare in un fiume perché il colore dell'acqua cambiava troppo rapidamente. Quindi tornò indietro risalendo il fiume e proseguì più a sud lungo le coste della Patagonia argentina, la penisola di Valdés.
Patrizio: A Valdes ci siamo stati, è bellissimo dal punto di vista naturalistico perché ci sono tutti gli animali tipici della Patagonia e ci sono barche dal fondo piatto che ti portano fuori a fare escursioni, barche spaventose perché vanno come razzi sulla spiaggia, dove vengono acchiappate e portate a terra da trattori. Lì ho compiuto un'impresa televisivamente nobile ma dal punto di vista personale abbastanza ignobile: ho fatto il bagno con i leoni marini. Che in realtà vuol dire fare proprio il bagno negli escrementi dei leoni marini, una cosa scioccante! Ma a Syusy è andata peggio coi pinguini...
Syusy: i pinguini sono spaventosi, sembrano dei mammiferi, ma sono pur sempre uccelli! Il loro guano puzza e poi sono aggressivi, antipatici e dispettosi. Però devo ammettere che è meraviglioso vedere una distesa di pinguini sulla spiaggia e quelli nascosti ovunque a covare le loro uova. La penisola di Valdés è indicata anche nella famosa (e misteriosa!) mappa di Piri Reis, quella trovata a Topkapi che mappava tutto il Sudamerica prima delle scoperte ufficiali. C'è la penisola di Valdés e ci sono le isole Falkland, con di fronte il famoso passaggio di Magellano. Non è che è passato per di lì andando sul sicuro, mappa alla mano? Magari era stato proprio Pigafetta a dargliela...
Piero: Andiamo avanti e arriviamo in un posto importantissimo per la spedizione: Porto San Julian, punto più meridionale toccato da Vespucci nei viaggi precedenti. Qui Magellano e la sua ciurma si fermano in pieno inverno australe per aspettare la stagione propizia e nel frattempo scoppia una rivolta: gli spagnoli non si fidano di Magellano e non sopportano più le condizioni di vita disastrose a cui sono costretti. La rivolta viene sedata con metodi abbastanza spicci: condanna a morte per 40 persone, alla fine uccise solo in 2, ma in maniera piuttosto plateale, per dare l'esempio.
Syusy: Diciamo subito che la navigazione in queste zone è molto impegnativa, per cui queste tappe saranno perfette per uomini e donne "veri" che vogliono mettersi alla prova proprio sulla durezza della navigazione. Magari quelli che covano da sempre il sogno e l'esaltazione di trovarsi in questi luoghi mitici. La Patagonia ha un fascino che è veramente solo suo, è un deserto particolare, una potenza. E' un luogo che non vedi così facilmente e ci si rende conto che tutto si svolge a livello dello strato profondo di erba e licheni che c'è sulla terra. È veramente un luogo estremo, con un sacco di comunità di italiani fra l'altro.
Piero: Si prosegue e si arriva dalla parti dello stretto di Magellano. Magellano arrivò a Capo delle Vergini, che è l'entrata dello stretto, il 21 ottobre 1520. Primavera australe, il tempo non era particolarmente clemente, diciamo pure molto duro. L'entrata dello stretto è piuttosto complicata, perché qui ci sono maree dell'ordine di 9/10 metri, quindi correnti altrettanto forti. Il vento tendenzialmente è contrario con forze sempre piuttosto sostenute. E' straordinario pensare come abbiano capito che fosse lo stretto, perché visto da fuori sembra veramente chiuso. Ci sono i vari passaggi, la prima e la seconda angostura in cui non si vede dall'altra parte, solo un muro di montagne. Capire che quello lì è un qualcosa che ti porta in un altro oceano è stata proprio un'impresa notevole, a meno che non avessero delle notizie che a noi sfuggono, dei dati o qualcosa di precedente che li mettesse sull'avviso che era la strada buona. Altrimenti ha davvero poco per sembrare una strada buona.
Patrizio: Adriatica è passata di lì un paio di volte, mai però dallo stretto d Magellano. Abbiamo sempre fatto il canal Beagle, ad esempio per percorrere le tappe di Darwin. Una volta io non ero a bordo e l'equipaggio ha preso brutto tempo, hanno messo 2 ancore e 2/3 cime a terra e hanno riparato in una baietta. Il tempo era talmente carino che non son più riusciti a tornare a bordo per un giorno intero! Insomma lì bisogna stare attenti, ma il meteo, c'è Meggiorin che ci segue con NaviMeteo e che ci dà tutte le dritte. Resta che navigare nei canali cileni è una meraviglia perché il panorama è stupendo e il mare è abbastanza calmo, il problema sono le correnti...
Piero: ...e le alghe, che sono addirittura segnate nelle carte nautiche, perché son lunghe centinaia di metri e fanno grandi banchi, dove se ti infili puoi avere difficoltà di navigazione. Qui il viaggio nostro prevede una variazione rispetto a Magellano. Visto che siamo lì e non siamo lontani, abbiamo pensato che fosse il caso di fare una puntatina più a sud, prima di entrare nello stretto di Magellano, di entrare nello stretto di Lemaire e raggiungere Capo Horn. Vogliamo andare fino laggiù per fermarci nel porto turistico più a sud del mondo, Puerto Williams, dove c'è una nave spettacolare affondata appoggiata sul fondo, che fa da molo. Poi torniamo indietro, ripassiamo per lo stretto di Lemaire, rientriamo e riprendiamo la rotta di Magellano. Questo è il Capo delle Vergini, visto da varie angolazioni.
Una parentesi: colui che riportò a casa la nave di Magellano è stato il Cano. Infatti in Spagna è ricordato come l'eroe. Il Cano, non pago di essere sopravvissuto, due anni dopo ripartì per un altro giro del mondo e fece naufragio a Capo delle Vergini. Si salvò di nuovo, salì su un altra nave e morì di scorbuto nel Pacifico durante le traversata. Uno non tosto, di più!
Patrizio: tra l'altro lui si era anche ammutinato, quindi era anche uno dei traditori. Comunque posso aprire una parentesi brevissima anch'io? I canali cileni sono bellissimi, ad un certo punto arriviamo anche a Chiloè?
Piero: Sì, ci sono questi ghiacciai che scendono giù fino al mare, i growlers, scogli ricoperti di ogni forma di vita possibile e montagne da tutte le parti. Si fa anche alpinismo e ci sono alcune delle salite più belle che esistono sulla faccia della terra. Mentre la costa Argentina è completamente piatta, battuta dal vento e solo erba, la Patagonia cilena è montagna altissima, valli strettissime, ghiacciai, foreste impenetrabili. Arriviamo allo stretto, con l'isola Dawson, entrando a Capo delle Vergini si esce dall'Argentina e si entra in Cile. Noi passeremo in piena estate per cui la neve la vedremo solamente sulle montagne. Sarà piuttosto improbabile trovarne a livello del mare. Questo non significa che non sarà freddo, il vento è sostenuto. In mezzo allo stretto c'è Punta Arenas, in cui ci si fermerà, che nella seconda metà del '700 è stato uno dei porti più importanti del mondo. Dal punto di vista della navigazione lo stretto di Magellano ha avuto poca importanza, perché complicato da venti e correnti, si preferiva doppiare Capo Horn. Ma dalla seconda metà dell'800, il gran risparmio di gasolio che consentiva alle navi a vapore, l'ha reso la via preferita finché non è stato aperto il canale di Panama nel 1914. In quei 60 anni Punta Arensa è diventata uno dei più grandi porti del mondo, oggi abbandonato. All'uscita dello stretto si entra in Pacifico e comincia la grande traversata di Magellano. Lui uscì diretto, noi andremo più a nord e seguiremo Chiloè fino a Valparaiso.
Syusy: L'impatto entrando nel Pacifico è di trovarsi in un mare calmissimo, di un avvento giusto, di una luce bellissima... Non so se sia stato Magellano o Pigafetta, ma è per questo che il mare venne chiamato così!
Patrizio: Pigafetta ha anche battezzato gli abitanti della Patagonia, cioè questi grandi piedoni. Pigafetta come osservatore della natura e come antropologo è stato meglio di Darwin, nel senso che ha fatto delle osservazioni molto intelligenti. Comunque siamo nel Pacifico e adesso inizia -parlo per me- il momento eccitante. Qua si gode.
Piero: Magellano non tanto. Perché uscito da porto Deseado ha preso una rotta un po' balzana, ma non più di tanto, e ha attraversato tutto il Pacifico fino a Guam, quindi ben distante, senza beccare nemmeno un'isola. Nessuna delle 20/30 mila isole! Si parla però dell'avvistamento di due isole, che chiamano Tiburones, probabilmente nella zona del Kiribati, nella parte nord della Polinesia. E con questa scusa ci possiamo fermare dappertutto.
Syusy: Ci andiamo all'Isola di Pasqua, no?
Piero: Sì, prima Fernandez, poi Pasqua, poi si parte per la traversata verso Tahiti. Sembrerà strano che a Magellano sia successo, ma in realtà l'attraversamento del Pacifico senza trovare isole in mezzo è capitato più volte anche in seguito, ad esempio a Shuten e Lemaire, quelli che hanno dato il nome a Capo Horn, cento anni dopo.
Patrizio: Noi avremo il GPS e poi metteremo in atto il nesso tra Padania e Polinesia! Sapevate che i più grandi navigatori del mondo tenevano sempre a bordo dei maiali? Quando si perdevano buttavano il povero maiale in mare e lui con il suo fiuto strepitoso sentiva odore di terra e cominciava a nuotare dando la direzione. Questa è vera. Celebreremo il maiale e il GPS.
Piero: Continuiamo con il Pacifico, l'oceano che ha richiesto più tempo per venire scoperto tutto. Magellano ci è arrivato agli inizi del '500, ma la cartografia si realizza solo alla fine del '700 con l'ultimo esploratore, un altro italiano-padano, Antonio Malaspina. Dopo Jaun Fernandez e passata l'isola di Pasqua, si attraversa e si arriva a Tahiti. In mezzo ci sono le Gambier e le Australi, per arrivare a Papeete, per forza...
Syusy: Lì ci sono tutta una serie di isole meno turistiche, ma belle quanto Bora Bora... Io ne so una, la indicherò a suo tempo! Le isole tra loro sono distanti, ma il trasferimento da una parte all'altra si può fare... segnando un bell'itinerario possiamo vedere posti non raggiungibili altrimenti con gli aerei. Credo dovremmo fare un po' meno il viaggio di nozze tipico, ma cogliere veramente l'occasione di vedere una Polinesia più vera e da villaggio. In che periodo ci saremo?
Piero: Dovremmo esserci più o meno a maggio, per affrontare il passaggio dell'Equatore e arrivare nell'emisfero nord in luglio-agosto assecondando sempre la stagione propizia. Tra le isole che si pensa Magellano abbia visitato ci sono Puka Puka e Flint nelle Kiribati. Son tutte isole molto basse, era difficile anche per loro capire cosa c'era e cosa non c'era a terra e avvicinarsi. Sono barriere coralline complicate dove non è facile individuare i passaggi per raggiungere le lagune. Si passerà la Marshall e ci si dirigerà verso Samoa, che non si può saltare.
Patrizio: Un'isola bellissima e molto particolare. Molto studiata dagli antropologi, dove addirittura Stevenson è andato a finire la propria vita, gli ultimi anni.
Piero: C'è un racconto meraviglioso di Joshua Slocum che durante il suo giro del mondo arriva proprio lì e trova la vedova di Stevenson che lo lascia sedere alla sua scrivania. Lui emozionato scrive una lettera a casa, che è una poesia... Ma andiamo avanti e finalmente si arriva dove è arrivato Magellano, Guam. Guam è abbastanza facile da individuare, probabilmente per quello ci sono andati incontro, è bella alta, circa 400 mt. e lunga 30 km. E' protettorato americano, sede della flotta americana per il Pacifico. Magellano non fu molto contento di fermarsi lì, e ribattezzò tutto l'arcipelago le isole dei ladroni... Un primo approccio un po' infelice. È che nelle isole della Polinesia il ferro non esisteva, costruivano tutto con altri materiali, piroghe di 70 metri di fibre vegetali e tessili... appena vedevano del ferro i locali facevano tutto il possibile per accaparrarselo!
Patrizio: E schiodavano le assi delle navi e i marinai davano i chiodi in cambio di prestazioni sessuali dalle signorine...
Piero: Se è per questo si portavano i sacchetti di chiodi apposta dall'Europa!
Patrizio: Disilludiamo subito: è vero che queste erano isole felici dal punto di vista della libertà sessuale, ma oggi non lo sono più, anzi. I locali sopravvivevano nudi, coperti di grasso di foca, poi sono arrivati i Missionari che hanno deciso di farli lavare e vestire e... farli morire di polmonite. Adesso i costumi sono molto morigerati, la religione è molto importante, noi siamo arrivati alle Fiji di domenica e volevano impedirci di sbarcare su un isoletta per rispettare il riposo domenicale... Ce la siamo cavata offrendo al capo villaggio le tagliatelle bolognesi fatte dal nostro amico Vito, con il parmigiano, e ci hanno fatto sbarcare.
Piero: Dopo Guam, ci si dirige alle Filippine e si lasciano le Marianne. Qui Magellano cominciò a riconoscere i posti perché ci era già stato ed era pratico della zona. Pensò bene di tentare di introdursi nella politica locale, mettere qualche base, guadagnare un po' di potere... Questo però lo fece finire molto male: a Mactan, dov'è posto il suo sacrario, resta ucciso durante una lotta fra due tribù rivali. La cosa interessante è che oltre al monumento a Magellano, qui c'è soprattutto un monumento a Lapu Lapu, quello che lo uccise, visto un po' come un eroe, il primo a ribellarsi contro il colonialismo europeo! La storia è sempre diversa a seconda di come la si guarda. Lasciate le Filippine ci fermeremo in Brunei, per poi proseguire verso il Borneo e raggiungere dopo nel mar di Banda le isole delle Spezie. Qui ci arrivarono con due navi, la Trinidad e la Vittoria, e le caricarono di spezie. Il viaggio di Magellano, come tutti i viaggi dell'epoca, non era certo partito per curiosità scientifica: questi non andavano a vedere com'era fatto il mondo, andavano per fare soldi! Ad esempio razziando spezie e portandole a casa. Caricarono le navi talmente tanto che una delle due, la Trinidad, non era più in grado di navigare! Così si divisero: la Victoria tornò in Europa, la Trinidad rimase sul posto per essere riparata. Poi ripartì inventando una nuova rotta verso nord est, che mirava a riattraversare il Pacifico al contrario fino in Messico, ma di questo viaggio non sono state riportate testimonianze. Si sa solo che salì molto a nord, fino a 42/43 gradi di latitudine, senza mai trovare venti giusti per andare verso il Messico e alla fine, stremati, tornarono indietro trovando però ad aspettarli i portoghesi... che imprigionarono tutti, presero le spezie, tagliarono a pezzi la nave e con le assi fecero un fortino! Ci vollero altri 80 anni per azzeccare la strada giusta di ritorno dall'Asia verso l'America Centrale in quella direzione. Merito di Urganeta, che alla fine del '500 fu il primo spagnolo a risalire abbastanza dalle Filippine per trovare i venti da ovest che l'han spinto poi in California e Acapulco. Una rotta importantissima per la Spagna, che commerciava già da allora con la Cina a cui vendeva un sacco di argento -l'unica cosa che i cinesi volevano dagli europei, per altro, dato che le altre merci erano considerate di bassa qualità!- scambiato con la seta. Con il Capo di Buona Speranza controllato dai portoghesi, portare la seta in Spagna via America era l'ideale.
Patrizio: Qui allora potremmo anche noi pensare di fare una piccola sosta in Cina, una volta che siamo lassù a nord-ovest...
Piero: Volentierissimo, anche perché c'è sempre Marco Polo, un altro veneto che bazzicava da quelle parti!
Patrizio: I veneti sono dovunque, forse sulla luna c'è stato qualche veneto.
Piero: Non ancora, però provvederemo...
Ma andiamo avanti: alle Molucche si caricano le spezie e si riparte. La Victoria torna a casa, con un viaggio veramente improbo perché per evitare i famigerati portoghesi la rotta gira molto al largo da Capo di Buona Speranza e sono costretti alla fine, come diceva Syusy, a fermarsi a Capo Verde.
Patrizio: Aspetta aspetta, hai saltato tutto l'oceano Indiano. E' meraviglioso per noi. Noi vogliamo navigare all'altezza dell'equatore e quindi Cocos, Christmas Island, Bali...
Piero: Vi racconto questa piccola storia: a Capo Verde metà del carico della Victoria venne sequestrato e undici persone fatte prigioniere. Si salvarono i 18 che poi tornano a casa, tra i quali il nostro Antonio Pigafetta. Assieme a questi 18 c'erano anche quattro malesi, originari delle Molucche. Quando due anni dopo si ripartì per rifare il giro, l'idea era anche rimbarcare questi malesi e riportarli a casa, ma solamente tre... perché il quarto era piuttosto sveglio e nel frattempo aveva fatto un sacco di indagini sul mercato delle spezie e aveva capito il differenziale di prezzo fra l'acquisto nelle isole e le vendite in Europa... Voleva mettersi in proprio, insomma, e per evitare che succedesse l'han lasciato in Spagna, dove poi è morto.
Patrizio: Comunque questo è grossomodo il giro, vi abbiamo un po' descritto alcune delle tappe, molto attraenti ed eccitanti. La proposta è che i circoli nautici aderiscano arrivando a creare un grande equipaggio composto da 250 persone che dandosi il cambio su Adriatica potrebbero completare il giro...