Ieri sera siamo partiti da Tortola, rotta su Cuba, sfiorando da sud Puerto Rico e Santo Domingo-Haiti. Avremmo voluto fermarci ad Haiti, ma non ce ne sarà il tempo. Purtroppo abbiamo avuto degli imprevisti, prima a Gran Canaria e poi durante la traversata, per cui adesso tocca andare di gran carriera.

Lo so, lo so… i puristi-velisti ci sgridano, dicendo (per primo lo dice Marco Covre) che una barca a vela non è un intercity a cui imporre degli orari, e che un viaggio come questo va fatto prendendosi il tempo giusto. Lo so, ma lo so adesso, dopo che sono in barca da un mese. Prima io Syusy e Orso abbiamo esagerato coi programmi al millimetro, e naturalmente la barca si è vendicata.

Si è vendicata anche stanotte, appunto. C’era un vento apparente (il vento vero meno la velocità della barca, visto che il vento soffiava da poppa) di circa 15 nodi, ma abbiamo lo stesso tenuto su il gennacher, apposta per andare forte. Fatto sta che stavamo tutti sottocoperta (con il radar e il pilota automatico innestati, ovviamente) quando abbiamo sentito un botto. Cesare dei Lunapop ha pensato che avessimo centrato una balena, io invece ho sospettato subito la verità: il gennacher era scoppiato.

In particolare, si è completamente staccata la penna, cioè la parte superiore. Lo abbiamo recuperato. Chissà se a Cuba ce lo ricuciono. E’ un gran peccato, perché era la vela che abbiamo usato di più, finora. Domani telefoniamo in Sicilia, ai nostri amici della Doyle, per sapere se hanno un velaio di fiducia a Santiago di Cuba.

Per il colmo della disgrazia poi il vento è calato, fino a sparire del tutto da stamattina.

Oggi nulla da segnalare, salvo che Ballo ha preso il suo primo Dorado. Dice di voler superare il record di Cino Ricci, che durante la sua permanenza in barca ne ha presi 4…

Patrizio