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Super aquiloni per super navi. Un binomio tecnologico altamente innovativo, così rivoluzionario da meritare un premio al recente vertice economico mondiale di Davos. “Skysails”, il sistema di propulsione ausiliaria a vento, consiste appunto in un grande aquilone di 160 metri quadrati costruito con un tessuto altamente resistente all’usura marina. Esso viene attaccato ad un albero montato a prua della nave mediante un lungo cavo in grado di sopportare forti tensioni; con l’aiuto di un computer, l’aquilone volteggia ad un’altezza massima di 200 metri, dove i venti sono molto stabili, assicurando così una spinta ausiliaria a quella classica del motore, tuttora lo strumento primario di locomozione della nave. Prezzo dell’installazione: circa 500 mila euro. “Un passo necessario ed importante per il futuro, con l’obiettivo di un risparmio significativo di carburante e conseguente forte calo dell’anidride carbonica prodotta” ha detto l’armatore Niels Stolberg della società di navigazione di Brema “Beluga Shipping Gmbh” che per prima ha adottato questa geniale idea inventata da una società di Amburgo.
Ed è già previsto il collaudo, il prossimo gennaio, di un’imbarcazione che monterà tale sistema: si tratta del portacontainer di 130 metri “Ms Beluga Skysails”, che partirà dal porto di Brema con destinazione Guanta, Venezuela. Scopo del viaggio sarà ovviamente la valutazione del risparmio energetico, stimata già in una percentuale del 20%, cioè circa 2000 dollari di carburante in meno al giorno. Se il sistema si rivelerà valido, la stessa società ha dichiarato che doterà di vele ancora più grandi, circa 600 mq, altre due navi, garantendo così in condizioni ottimali un risparmio di carburante di circa 6000 dollari al giorno. Questo “ritorno” alla navigazione a trazione eolica, andata in pensione all’inizio del secolo scorso quando all’incertezza dei venti fu preferita la sicurezza della trazione a motore, è da attribuirsi sicuramente
Secondo Stephan Lutter, del WWF tedesco, la Beluga Skysails si inserisce perfettamente nel concetto di "nave pulita", sia in termini di risparmio energetico e quindi di minor emissioni inquinanti (anche di gas serra), che di scarico dei rifiuti e di smaltimento dei rottami.
Prima di Skysails, però, ci sono stati altri tentativi per sfruttare l’energia eolica: “Dynaship”, per esempio, è un sistema presentato per la prima volta da Wilhelm Proelss nel 1967 e realizzato nel 2006 con il Maltese Falcon. Si tratta di uno yacht da diporto a vela lungo 88 metri, con tre alberi alti 58 metri armati di vele meccaniche. Costruita dai cantieri italiani Perini Navi, la nave è partita a dicembre 2007 da La Spezia per la circumnavigazione del globo. I rotori Flettner prendono invece il nome da loro padre, l’ingegnere americano Anton Flettner (1885-1961): sono costituiti da un cilindro ad asse verticale con pale fisse o mobili, che creano un momento motore che fa ruotare il cilindro intorno al suo asse verticale e un risucchio come intorno all’ala portante di un aereo.
La prima nave mercantile spinta da due rotori Flettner fu il Buckau che nel 1926 arrivò fino a New York. Oggi, i cantieri navali Lindenau, a Kiel (Germania settentrionale) stanno invece realizzando la E-ship, che sarà spinta da quattro rotori Flettner, su commissione della società tedesca Enercon specializzata in energia eolica. Il primo viaggio del Beluga Skysails sarà a gennaio prossimo con destinazione Venezuela. Un aquilone di 160 metri quadri per risparmiare carburante vanno aggiunti due altri tipi di armatura per navi spinte dal vento. I costi dei carburanti e le considerazioni ecologiche stanno ora gonfiando di nuovo le vele dei sostenitori del trasporto a propulsione eolica.
Paolo Degiovanni
Redazione Velistipercaso.it