Brevi note per comprendere la realtà polinesiana
L'Hawaikinu
Il pareo
L'accoglienza
L'Heiva
Letteratura polinesiana
Il tatuaggio marchesiano
Il Tamanù
Le Vahine
Il Monoi
Perle Nere
La Vaniglia
Le Vahine
di Michele Salvatore
Da dove nasce questo mito?
Le prime navi che arrivarono nelle isole polinesiane si trovarono davanti ad una società nella quale la sessualità veniva vissuta in modo del tutto naturale, come il mangiare, il dormire, od andare a pescare. Siamo alla fine del diciottesimo secolo: le spedizioni di Wallis, Cook o il francese Bougainville tanto per citarne alcuni. Ancora una volta riflettiamo sul breve tempo trascorso tra la scoperta di queste isole ed oggi: poco più di 200 anni... non 2000!
Le navi ed i marinai venivano ricevuti con la classica e gioiosa accoglienza polinesiana, venivano organizzate feste con abbondanti libagioni e tanta frutta che i marinai sognavano da mesi; feste in onore di questi uomini che erano arrivati con le grandi canoe senza bilanciere e con una tecnologia sconosciuta.Le vahine erano “vestite” con un semplice pezzo di stoffa vegetale (tapa) e solo in occasione di danze con delle noci di cocco tagliate a metà sul seno.La loro innata grazia nei movimenti, la dolcezza dei tratti, e il senso dell’accoglienza contribuisce a creare una immagine di donna desiderabile e dai facili costumi.
Gli occidentali ne ebbero la conferma quando, a fine pasto, gli uomini polinesiani invitarono gli ospiti a dormire con le proprie donne nel loro farè!Questo comportamento, nella cultura polinesiana, era una forma di rispetto ed onore per l’ospite, ma potete immaginare come fu vissuta dagli occidentali.Alla fine del diciottesimo secolo, in Europa, la sessualità era vissuta in tutt’altro modo, anzi non vissuta affatto se non repressa. Le donne erano vestite e coperte fino alle caviglie, il puritanesimo era imperante ed il solo mostrare una parte insignificante della pelle era segno di una donna dai facili costumi. Un contrasto abissale di culture.I racconti di viaggio fecero conoscere queste isole dei mari del sud ed il loro modo di vivere e di conseguenza fecero nascere il mito della sessualità della Vahine, come pure quella del “ buon selvaggio”.
Potevano i missionari anglicani e puritani dell’epoca perdere un’occasione del genere per redimere questi selvaggi ed evangelizzarli? Certamente no!Fu così che cominciarono a sbarcare anno dopo anno pastori e missionari che convertirono al cristianesimo queste "selvagge pecorelle smarrite".Risultato: donne coperte con lunghi vestiti bianchi fino alle caviglie e uomini in pantaloni, proibizione delle danze e di bevande come la Kava.Si potrebbero raccontare tanti aneddoti legati alla evangelizzazione ma non è questa la sede.
Ma il mito della Vahine polinesiana e della sua sessualità perdura ancor oggi...
La Vahine oggi
Questo mito della sessualità non esiste così come vissuto in occidente; se al contrario si vuole parlare del mito della Sensualità della vahine polinesiana, questo è un mito che ha tutte le ragioni di esistere. La Vahine è l’immagine stessa della sensualità. Sensualità che afferma con la scelta di gioielli naturali per abbellirsi, capelli lunghi e profumati, il fiore all’orecchio, il pareo legato in modo da mettere in risalto la sua pelle ambrata e nutrita di monoi, sensualità che reclama con il suo portamento. E’ sufficiente osservare una donna polinesiana muoversi durante le danze, la gestualità o mamimica del viso per rendersene conto. Non importa l’età: una ragazza o una mamà o una gran mamà esprimono quasi lo stesso grado di sensualità nonostante il punto vita non sia da modelle.
La maggior parte delle donne polinesiane oggi, sono religiose osservanti e difficilmente potrete osservare una polinesiana fare il bagno o prendere il sole sulla spiaggia in costume da bagno, le vedrete in riva alla laguna con pantaloncini al ginocchio e maglietta se vi va bene, altrimenti non le vedrete affatto in spiaggia. Molte donne polinesiane si lamentano oggi dell’immagine che viene trasferita di loro dalla pubblicità attraverso cataloghi patinati, cartoline, eccetera: donne a seni nudi su bianche distese di sabbia, in tanga o addirittura seminude.Questa immagine non è rappresentativa, è una immagine falsa e direi tendenziosa, una immagine che vuole perpetuare il mito della sessualità polinesiana se mai è esistito e non della loro sensualità. Le donne oggi in Polinesia sono la struttura portante della società, la stessa Assemblea polinesiana vede un altissimo numero di elette e nella maggior parte dei casi i vostri referenti durante la vacanza saranno donne.
Oggi le donne e gli uomini polinesiani sono abituati al turismo occidentale quindi non si scandalizzano di certo nel vedere una donna in bikini od in topless, purché nel giusto ambito della spiaggia. Rispettate quindi i loro costumi e la loro attuale cultura religiosa ed evitate inutili appariscenze.
Ciao a tutti!